La Gazzetta dello Sport

Vincere tutto e salutare: «Difficile con le italiane Disciplina­te e pericolose»

L’allenatore del Liverpool: «Non sento una motivazion­e particolar­e»

- di Davide Chinellato INVIATO A LIVERPOOL

L’idea è di andarsene vincendo tutto quello che gli è ancora possibile vincere. Jürgen Klopp a fine stagione lascerà Anfield e Liverpool gli ha già organizzat­o una parata, comunque finisca. Sull’autobus scoperto che attraverse­rà la città per ora c’è solo la Carabao Cup, ma l’idea è metterci anche trofei di Premier e Europa League. Il primo Klopp l’ha vinto solo una volta, il secondo mai. E tutti a Liverpool pensano che sarebbe il regalo perfetto per salutarlo. «Sarebbe il modo migliore: l’allenatore è stato molto importante per tutti noi e come giocatori vogliamo fare tutto il possibile per assicurarc­i che succeda» ha raccontato Harvey Elliott prima della sfida d’andata con l’Atalanta.

Distacco Klopp la vede in modo diverso. «Non sento una motivazion­e particolar­e - dice - Siamo il Liverpool, vogliamo vincere tutte le competizio­ni a cui prendiamo parte: ora sono rimaste solo grandi squadre, e sappiamo benissimo quanto vale l’Atalanta e il gran lavoro che sta facendo Gasperini. È sempre difficile giocare contro le squadre italiane, perché sono tatticamen­te super disciplina­te e pericolosi in tanti aspetti». È il nuovo atteggiame­nto di Klopp da quando a gennaio ha annunciato che avrebbe lasciato il Liverpool a fine stagione, stanco del calcio e desideroso di scoprire quello a cui ha rinunciato negli ultimi 25 anni: è più distaccato, meno ossessiona­to, esce dalle partite esausto ma sembra più propenso a godersi i momenti. Come se l’idea che tra poco più di un mese tutto questo finirà gli abbia permesso di guardare al suo lavoro con occhi diversi. «Allenare in Italia in futuro? Per ora non faccio piani come allenatore, ma magari tra un anno cambierò idea» dice ricordando che l’idea di chiudere non è perché non ha più voglia di Liverpool ma perché è stanco della vita di allenatore.

Impresa La cosa che l’Atalanta deve tenere a mente è che tutti i giocatori hanno deciso di dare qualcosa di extra per fare in modo che l’ultima volta di Klopp da allenatore del Liverpool sia indimentic­abile. La squadra è rigenerata rispetto a quella che «per lunga parte della passata stagione non pensava nemmeno di arrivare in Europa»: è tornata a giocare ogni tre giorni con l’idea di vincerle tutte. Klopp è più distaccato ma non meno determinat­o, capitan Van Dijk ricorda a tutti quanto sia importante dare all’allenatore il saluto che merita e non c’è un giocatore nello spogliatoi­o dei Reds che non la pensi come lui, che si tratti di non perdere più punti in Premier da qui alla fine o di battere due volte l’Atalanta in Europa League per arrivare in semifinale. Nessuno vuole che su quel pullman con cui Klopp girerà per Liverpool il prossimo mese ci sia solo la Carabao Cup.

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La guida dei Reds Jurgen Klopp, 56 anni, allena il Liverpool dal 2015

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