NÉ GIOCO NÉ TIRI CONTRO IL MURO DEL VIKTORIA FINISCE SENZA GOL
Il desiderio principale di questa Fiorentina è quello di ricalcare i percorsi della scorsa stagione provando però a cambiare il finale delle finali. Se in coppa Italia è già al penultimo atto, e ha vinto l’andata con l’Atalanta, per arrivarci anche in Conference League dovrà giovedì rimediare a tutte le continue imperfezioni di questa partita. Non è un’impresa impossibile, però vanno cambiati tempi, mosse, personalità e convinzioni, altrimenti si rischia anche a Firenze di finire senza reti e poi decidere tutto ai rigori. E’ l’obbiettivo del Viktoria Plzen, squadra inferiore tecnicamente ma che sa riconoscere i suoi limiti ed esaltare le sue virtù: anche nel turno precedente con il Servette fece un doppio 0-0 per poi passare ai penalty. C’è tempo e ci saranno le riflessioni di Italiano nel rivedere questo match in cui ricava il nulla. Tutte le pedine offensive vengono coinvolte, perché non è che in area si sbaglino occasioni a grappoli: proprio non arrivano, il serbatoio creativo è vuoto nonostante prima della fine venga cambiata tutta la prima linea. La buona tenuta difensiva, con Terracciano disoccupato, consente comunque di finire a zero anche come reti subite. Almeno non c’è stata la beffa, ma non può essere una gran consolazione.
I motivi Il problema della Fiorentina per tutta la partita è come superare il muraglione issato da Koubek, un impasto a 53-2 di vigore fisico, posizioni strette e qualche fallo. I viola mettono spesso la palla dove gli avversari la aspettano. A un certo punto si sente anche gridare dal campo “vai dentro”, da un difensore a un esterno. Ma non si entra senza velocità e mancanza di estro. La gestione della palla è sempre dei viola (in bianco) e arriva fino al 73 per cento, ma è rallentata e scontata come le intenzioni di sfondamento. Con Cadu già ammonito dopo un quarto d’ora il fronte d’attacco destro dovrebbe essere più sfruttato invece i cechi riescono a coprire bene il campo, anche con i raddoppi dei centrocampisti. Quando invece la
Gli specialisti dello 0-0 ingabbiano anche la Viola, che però è inceppata. E i cambi di Italiano incidono poco
banda di Italiano riesce ad arrivare al cross, è facile per i granatieri di casa respingere. Una sola volta nella prima parte Belotti riesce a sgusciar davanti a Jemelka, però la conclusione in tuffo non mette in ansia il portiere Jedlicka. Se si misura la prima parte con metodi contemporanei, i gol attesi sono 0,08 e 0,09, vale a dire il nulla in fase conclusiva. E in totale si arriva a 0,12 e 0,40, idem come sopra. Il Viktoria bussa in un’unica scena dalle parti di Terracciano, ma Vydra manca la porta. Senza Bonaventura, nemmeno in panchina per una contusione rimediata contro la Juventus, Arthur, specialista nel passaggio troppo comodo, affianca Mandragora e Beltran oscilla da trequartista senza ingannare i cechi: si toglie dalla sistemazione dietro a Belotti, scende a centrocampo, tocchetta ma non sconvolge la linea di protezione.
Per tutti La Fiorentina gioca per se e per tutti, nel senso che oltre a accumulare gioia personale, raggiungendo la semifinale darebbe una spinta decisiva nel ranking Uefa per far partecipare anche la quinta della Serie A alla nuova Champions League. Ma le buone intenzioni non mutano lo scenario: basso livello anche dopo, nonostante la Fiorentina provi pure con il lancio corto. Arthur arretra sempre più per fare partire la sorpresa (ehm ehm) da dietro, il pallonetto per cercare spazio alle spalle dei difensori qualche volta fa giungere l’azione fin sul fondo, ma poi succede poco o niente. La miglior opportunità, anzi l’unica della seconda parte, si vede su giocata verticale e bassa fra gli argentini, la girata di Beltran servito da Gonzalez viene assorbita dal portiere.
Cambi inutili Italiano allora prova con i cambi nei posti più avanzati: Nzola e Barak per Belotti e Beltran, ma la partita è sempre più spezzettata, come in precedenza per il lancio ripetuto di fumogeni da parte dello spicchio dei tifosi fiorentini. La mossa successiva del tecnico è quella di cambiare il palleggiatore, vista la sostituzione di Arthur con Lopez, però la qualità non si alza. Resta una brutta partita. Anche con i due nuovi esterni, Koaumè e Ikonè, non ci sono agguati per i difensori del Viktoria. I cechi sono in pista nella Conference dal 27 luglio e non hanno mai perso, come del resto la Fiorentina. Hanno subito solo tre gol, di cui uno soltanto nella fase post qualificazioni. E nessuno in casa. Hanno ottenuto il loro scopo, è la Fiorentina, più stanca, a uscire scontenta, e anche preoccupata.