«Loro difendono E noi ci siamo cascati in pieno»
Il tecnico onesto: «Creato poco in attacco. Ora dobbiamo lavorare in fretta, si gioca sui 180’»
Bisognerebbe ragionare a 360 gradi. Capire il perché di una gara così. E Vincenzo Italiano, con tutti, lo farà. Intanto, il tecnico viola vuole che la testa vada a un altro numero: 180. «Come mi sento dopo una partita del genere? Dico che dobbiamo lavorare in fretta: il risultato dà un senso alla partita di ritorno ed è la cosa positiva della serata, perché in Europa serve ragionare sui 180’. Ma dovevamo fare di più. E’ stato confermato che il Viktoria concede poco, che pensa molto a difendere e per novantasei minuti ha fatto quello. E noi dobbiamo cercare di fare di più davanti: serve maggiore responsabilità dagli attaccanti. Non è la prima volta che questa squadra fa così: e ci siamo cascati...».
C’era espulsione Serviva altro, sì. «Le soluzioni che dovevamo trovare sono sempre quelle – continua Italiano -: bisogna saper scardinare le difese chiuse con tiri da fuori, gli uno-controuno, riempire l’area di rigore, anche se non farcire la loro area è stata una scelta mia. Sono convito che nel ritorno sapremo fare di più ma siamo in Europa e dobbiamo capire che bisogna lavorare anche in funzione della gara di ritorno. Loro hanno fatto tutte le partite in questo modo: hanno anche superato il turno andando ai rigori dopo degli zero a zero, i tre difensori centrali e i quinti sono svegli. Il loro modo di giocare è questo». Bonaventura non era nemmeno in panchina per il riacutizzarsi di una botta presa contro la Juventus, la gara è stata sospesa per tre minuti per lancio di fumogeni da parte dei tifosi viola. «Abbiamo avuto una palla e mezzo, con Belotti e Beltran, e stop. Poco», la sintesi di Italiano. «La partita del Gallo? Può fare molto di più, per esempio andare a cercarsi gli spazi da solo e in zone del campo diverse. Se è vero che non ho stretto la mano al tecnico avversario? L’ho stretta sì... Cosa ho detto all’arbitro? Per me c’erano gli estremi da espulsione per la gomitata a Sottil». Chiude Nikola Milenkovic: <