La Gazzetta dello Sport

«IO E LUVUMBO AD ALTA VELOCITÀ COSÌ PORTEREMO CAGLIARI IN SALVO»

L’attaccante uzbeko è di nuovo al top «L’infortunio mi è servito per tornare con la testa giusta»

- di Francesco Velluzzi

Chiedi chi era Gigi Riva. Eldor Shomurodov sgrana gli occhi. Oggi ricorre l’anniversar­io del primo, unico e storico scudetto del Cagliari. Successe il 12 aprile 1970. Ed è la prima ricorrenza che si evoca senza il simbolo Gigi Riva scomparso il 22 gennaio. Oggi il Cagliari, che il mito aveva nel cuore, lotta per la salvezza con 30 punti in classifica. E nel ruolo del numero 11 più forte del calcio italiano gioca l’uzbeko Shomurodov, col 61. «Volevo il 14 ma lo aveva Deiola. Così sono tornato al 61 che è la targa di Rostov dove ho giocato».

► Lei ha partecipat­o con la squadra al funerale di Gigi Riva. Che idea si è fatto?

«Ho capito quanto i tifosi amano questa squadra.. Una cosa incredibil­e vedere tutta quella gente. Quando ero in Uzbekistan avevo sentito parlare di Gigi Riva, ma non sapevo che era stato il più grande goleador dell’Italia. Poi sono andato a vedermi i suoi filmati, i suoi gol».

► Ora voi lottate per non retroceder­e. Come si fa a salvarsi?

«Giocando tutte le partite come quella che abbiamo fatto tutti quanti come squadra con l’Atalanta domenica. Senza mai mollare, senza mai rilassarsi. Da qui al 26 maggio ogni gara è una finale».

► Sì, ma la prossima è a San Siro contro l’Inter. A cui manca poco per lo scudetto. Chi la colpisce di più tra i nerazzurri?

«Non ho mai fatto gol all’Inter. Ma ci ho giocato contro. Sono fortissimi, giusto che siano avanti. Ma noi abbiamo la nostra identità per cercare di prendere punti. A me piace Mkhitaryan. Lui è armeno, parliamo russo. Un giocatore forte che gioca tranquillo e usa innanzitut­to la testa. Fa tante cose per la squadra. Mi ha aiutato molto quando ero alla Roma».

► Dove lei non ha fatto il grande salto e con Mourinho non è scattato il feeling.

«Allora non è andata come speravo. Ma pure io avrei dovuto mettere più cattiveria in campo. Resta una gran città con una bellissima tifoseria».

► A gennaio 2023 è andato a La Spezia. Retrocessi.

Riva Al funerale ho capito quanto è stato grande e mi sono visto i filmati con i suoi gol

Ranieri Mi ha fatto capire che se dai tutto e ti alleni giochi. Ho studiato e adesso gioco

«Avevo parlato prima con l’allenatore Gotti che ha creduto subito in me e mi ha dato fiducia. Ma poi è andato via e Semplici non ha avuto tanto tempo».

Quindi Cagliari. Ma lei non parte bene e si infortuna. A gennaio sembrava destinato ad andare via. Si è parlato di Salernitan­a.

«È vero, c’è stata qualche squadra che mi ha cercato attraverso i miei agenti. La tentazione c’è stata, ma volevo restare. L’infortunio mi ha tenuto fuori (da metà dicembre a inizio marzo), ma mi ha aiutato. Perché mi è servito per rientrare con la testa giusta. Ora mi sento bene».

► Con la Salernitan­a, doppietta, ha dato il meglio. E quanto corre ora...

«È stata una bella soddisfazi­one. Zito Luvumbo corre di più, ma anche io vado veloce. E gioco in più posizioni dell’attacco: prima punta, ma mi sposto spesso anche a sinistra».

► Claudio Ranieri l’ha rigenerata. Oggi lei è un titolare. Cosa le dice e cosa le ha dato?

«Con lui se vuoi giocare devi dare tutto. Se vede che sei pronto e dai il massimo giochi. Ho studiato. Mi sento bene e ora gioco».

► Anche la squadra è più compatta con gli innesti di Mina e Gaetano.

«Vero. Gaetano ha qualità, Mina è un vero leader della difesa. La squadra è unita. Possiamo salvarci».

► E poi lei resta a Cagliari o torna alla Roma?

«È presto per parlarne. Lo faremo a fine campionato. Io, mia moglie e i due bimbi (4 anni e 18 mesi) stiamo molto bene, la città è tranquilla. Sono diventato amico di Radunovic. Ho imparato ad amare il pesce che non mangiavo tanto, qui è fantastico...»

La Roma È stata anche colpa mia che avrei dovuto mettere più cattiveria in campo

Il futuro È presto per parlare, ma a Cagliari sto bene e ho imparato a mangiare il pesce

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