La Gazzetta dello Sport

Musetti breve illusione Stavolta ride Djokovic: «Bravo a essere cinico»

Niente miracolo bis: Lollo rimontato, ko pure Sonego Medvedev furioso, perde il derby contro Khachanov

- OTTAVI AMARI INVIATO A MONTECARLO AFP ri.cr.

Musetti non ripete. Nonostante i primi sette game da artista, Lorenzo non concede il bis di un anno fa, quando sempre agli ottavi fermò la corsa di Djokovic, anticipand­o quell’idiosincra­sia del numero uno verso gli italiani poi sublimata da Sinner prima in Davis e poi agli Australian Open. Stavolta ride il Djoker, che certamente non è ancora il supereroe intoccabil­e visto fino alle Atp Finals e dunque non ha ancora superato la crisi di questo inizio 2024, ma ha mostrato un feeling e un timing sulla palla decisament­e più convincent­i rispetto ai disastri americani. Giornata no, purtroppo, anche per Lorenzo Sonego dopo una battaglia di 2 ore e 52’ contro il francese Humbert, che aveva battuto due volte sulla terra e col quale s’era preso il primo set, per poi crollare nel terzo.

La svolta Nella rivincita tra Musetti e Djokovic, fino al 4-3 del primo set il migliore in campo è il Muso da Carrara, felice neopapà di Ludovico (che era qui con lui), bravo a tenere lontano dalla riga di fondo il serbo con le sue variazioni e l’uso intelligen­te del top spin. Poi, con un break di vantaggio, Lorenzo si incarta da 40-0, perde il servizio e anche la sicurezza dell’avvio, mentre il numero 1, vecchio leone, dopo il solito battibecco con il pubblico per una palla fuori non chiamata sale in risposta e comincia a disegnare il campo con il suo ritmo diabolico: «Musetti ha cominciato meglio di me — analizza Nole — e fino al 4-3 è stato il più forte in campo. Poi c’è stato quello scambio con il pubblico molto divertente e qualcosa è cambiato. Sono riuscito a girare l’inerzia della partita. Lui ha commesso qualche errore, non è stato lucido e io ne ho approfitta­to. Io provo sempre a trasformar­e l’energia del pubblico, anche se negativa, in qualcosa di positivo per me. Ma non cerco problemi con nessuno, non è questo il punto. Solo quando la gente reagisce in un modo che penso di non meritare, non mi piace stare zitto. Sono cresciuto con questa mentalità: se qualcuno fa qualcosa di male contro di te, stai lì e rispondi. Comunque ho certamente espresso un tennis migliore rispetto a un anno fa, devo crescere molto ma so quali sono i miei obiettivi per le prossime settimane». La sconfitta, comunque, non cancella le buone sensazioni lasciate da Musetti: «Sono sereno e soddisfatt­o perché sono rimasto attaccato alla partita fino all’ultimo, dal secondo set mi è mancato un po’ il servizio e lui sicurament­e ha aumentato i giri, era da tempo che non lo vedevo giocare così. Ma io sono convinto che sulla terra posso essere competitiv­o contro tutti».

Nervoso La parte di tabellone di Djokovic diventa però orfana di Medvedev, trafitto nel derby da Khachanov e autore di un altro sfogo incontroll­ato, nonostante avesse ragione. Succede nello scambio sul 5-5 15-30 del secondo set, game che Medvedev poi perderà mandando il connaziona­le a servire per il match. Terminato il punto va a controllar­e il segno lasciato dalla palla di Khachanov chiamata buona e si accorge che è fuori. Anche la ricostruzi­one digitale a beneficio esclusivo degli spettatori tv (a Montecarlo non c’è il Falco) lo conferma. Quella chiamata aiuta in modo decisivo Khachanov e Daniil, che inizia il game successivo con un punto di penalità, impazzisce di rabbia: «Ieri (mercoledì, ndr), la palla era fuori ed è stata chiamata buona. Questa è fuori, chi prenderà provvedime­nti? Non è il mio compito arbitrare le partite, ma di quel tizio con gli occhiali — dirà al supervisor riferendos­i al giudice di sedia —. E gli occhiali non gli servono nemmeno perché non vede niente . Dopo una chiamata così non dovrebbe più arbitrare sulla terra battuta. È il secondo giorno di fila che succede. Apri i tuoi occhi, fai qualcosa». Furia cieca. Anzi, russa.

 ?? ?? Due generazion­i Novak Djokovic, 36 anni, n.1 Atp, si compliment­a a fine match con Lorenzo Musetti, 22
Due generazion­i Novak Djokovic, 36 anni, n.1 Atp, si compliment­a a fine match con Lorenzo Musetti, 22

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