Ci lascia Molinari, il fenomeno dei 72 record
Eugenio, pilota e costruttore di fama mondiale, è morto a 88 anni: iniziò 14enne sul Lago di Como con una barca in legno
Difficile dire se Eugenio Molinari - che ci ha lasciato nella notte di mercoledì nella sua Lezzeno, sulla sponda orientale del Lago di Como, all’età di 88 anni - sia stato più un fuoriclasse come pilota oppure come costruttore. Di certo la motonautica italiana piange un personaggio straordinario, che ha segnato oltre mezzo secolo di storia. Una storia che non si può certo ridurre al numero più eclatante con il quale viene da tutti ricordato, ovvero i suoi 72 primati del mondo, la maggior parte dei quali realizzati a bordo di imbarcazioni uscite dai suoi cantieri. Era nato il 23 agosto 1935 e cominciò la sua avventura giovanissimo: a 14 anni, nella falegnameria del nonno, costruì la prima barca in legno, prodromo della sua eccezionale carriera di costruttore, che avrebbe avuto poi il punto di partenza ufficiale nel 1956, con la nascita dei Cantieri Nautici Molinari. Da pilota avrebbe vinto un Mondiale F12 entrobordo, 4 titoli europei e 4 titoli italiani, 8 edizioni del Giro del Lario e della Pavia-Venezia, col contorno di svariati record nelle classiche più famose: la Ginevra-Evian, il Giro del Garda, la Sei ore di Berlino. Proprio al Giro del Lario, lago che conosceva naturalmente come le sue tasche, è legata una delle prodezze di cui andava più orgoglioso e che ancora resiste nell’albo dei primati: nel 1988 toccò la velocità di 188,412 km orari guadagnando il titolo di uomo più veloce al mondo in acque libere, cioè senza interruzione della navigazione ordinaria. Gli ultimi record sono invece del 2007, alla guida di Freccia Rossa, barca nata dalla collaborazione con la Ferrari. Eugenio continua a vivere nel museo di Lezzeno, dove si possono ammirare gli scafi in legno e vetroresina figli della sua passione e del suo ingegno.