Dea, non ricascarci SFIDA TOTALE Ritmo e aggressione per non dare coraggio agli inglesi: fondamentale il rientro di De Roon che non c’era lunedì sera
FRENESIA, BLACKOUT, SPRECHI: GLI ERRORI DA EVITARE CON I REDS La battuta a vuoto con il Verona è un messaggio per domani contro il Liverpool: all’Atalanta servirà la partita perfetta
C’è un lascito, dello sciagurato pareggio contro il Verona di lunedì sera, che può pesare sulle coscienze dell’Atalanta quanto i due punti persi pesano (peseranno?) sulla classifica del campionato. Una domanda che si è insinuata e galleggerà fino alle ore 21 di domani: se il Verona è stato in grado di segnarle due gol in 4’, quanti rischia di prenderne domani sera l’Atalanta, avendone il Liverpool 90’ (più eventuali supplementari) a disposizione? Ma il rischio botta psicologica può essere esorcizzato leggendolo esattamente al contrario - proprio la partita con i Reds può ridare la spinta che serve - e leggendo l’attualità sotto una luce diversa. L’Europa League, fra i tre obiettivi stagionali, sembrava - allo stesso Gasperini - il cammino più complicato. Ma in campionato il rallentamento è stato imprevedibile: una vittoria nelle ultime sette partite. Dunque la competizione europea ha aumentato molto il suo appeal: rispetto alla vittoria della Coppa Italia garantisce la qualificazione Champions, ora più lontana se da raggiungere tramite 4° o 5° posto. Però la semifinale è tutt’altro che già in tasca e almeno per un motivo la gara con il Verona può essere stata un messaggio da non cancellare: tenendo l’Atalanta sul chi vive, senza per forza toglierle certezze, le ha indicato i quattro errori da non ripetere domani. I quattro rischi da evitare, se si preferisce.
Ansia Liverpool a razzo: servirà freddezza
Manuale anti ansia: non pensare che sia già fatta, ma neanche che ci sia un’altra delusione in agguato. Il Liverpool partirà fortissimo: servirà grande freddezza – soprattutto se si dovesse prendere un gol subito – per non ricadere nei timori che si sono manifestati lunedì, quando quasi all’improvviso l’Atalanta si è accorta che la partita le stava sfuggendo di mano. E anche praticità: certi colpi di tacco, un giochicchiare anche presuntuoso visti contro il Verona saranno da evitare. Né paura, né troppe sicurezze: piacersi ha il suo perché, vuol dire che se ne ha motivo, ma non è il Liverpool l’avversaria contro cui guardarsi allo specchio.
Black out mentali Vietate distrazioni e metamorfosi
Troppi black out mentali, in tutta la stagione: nati soprattutto dopo errori - singoli e di squadra - nella fase difensiva, ma non solo. Troppe metamorfosi come quella di lunedì. L’Atalanta si era promessa un impatto da grande squadra: sbranare subito la rivale, per poi gestire risultato e forze. Voto rispettato solo per 45’: per la quarta volta in campionato ha preso due gol nel giro di pochi minuti, dopo Lazio (6’), Bologna (4’) e Juventus (4’). Contro il Liverpool servirà la gara perfetta anche co
me forza mentale, concentrazione, attenzione: il livello dell’avversaria aiuterà, ma sarà vietata qualunque distrazione.
Chance sprecate Ogni chance da gol va capitalizzata
A Liverpool l’Atalanta avrebbe potuto vincere anche più di 3-0: almeno un paio le altre occasioni gol non sfruttate. Come contro il Verona: poteva e doveva chiudere la partita a fine primo tempo, e comunque avrebbe potuto farlo di nuovo nel finale. Si è visto ad Anfield: il Liverpool dietro concede, ma andrà capitalizzata ogni possibile chance, anche perché fare un gol metterebbe ulteriormente in salita la partita degli inglesi. Ma anche per una questione di energie, a Gasperini servirà poter sfruttare l’unica abbondanza di cui dispone, quella offensiva: l’Atalanta non può contare solo sul momento magico di Scamacca e sui lampi di De Ketelaere, che fra l’altro non firma un gol dall’11 febbraio. L’ultimo Lookman è stato ai limiti dell’irritante, anche come atteggiamento (soprattutto da subentrante): dopo una grande Coppa d’Africa, è diventato il grande assente. La presumibile gara di rimessa che l’Atalanta potrà trovarsi a giocare sarebbe il suo contesto ideale, a patto di morderla e non calpestarla in punta di piedi: altrimenti, oltre che Miranchuk, tanto vale scegliere Touré.
Cali di intensità Occhio alla continuità e gestire le pause
Impossibile giocare tutti i 90’ come i primi 45’ contro il Verona, ma il Liverpool è maestro nell’aggredire e alzare il ritmo. Imperativo: tenere molto alto il livello di continuità dell’intensità, riuscendo a gestire molto meglio dell’altro ieri i momenti in cui sarà inevitabile calare un po’. Fondamentale il rientro, rispetto a lunedì, di De Roon e il lavoro di pressing che deve iniziare dalle punte. Non a caso Gasp, complimentandosi con Scamacca, ha detto di aspettarsi da lui ancora di più sotto questo punto di vista. E non se lo aspetta solo da lui.