La Gazzetta dello Sport

Dea, non ricascarci SFIDA TOTALE Ritmo e aggression­e per non dare coraggio agli inglesi: fondamenta­le il rientro di De Roon che non c’era lunedì sera

FRENESIA, BLACKOUT, SPRECHI: GLI ERRORI DA EVITARE CON I REDS La battuta a vuoto con il Verona è un messaggio per domani contro il Liverpool: all’Atalanta servirà la partita perfetta

- di Andrea Elefante IPP

C’è un lascito, dello sciagurato pareggio contro il Verona di lunedì sera, che può pesare sulle coscienze dell’Atalanta quanto i due punti persi pesano (peseranno?) sulla classifica del campionato. Una domanda che si è insinuata e galleggerà fino alle ore 21 di domani: se il Verona è stato in grado di segnarle due gol in 4’, quanti rischia di prenderne domani sera l’Atalanta, avendone il Liverpool 90’ (più eventuali supplement­ari) a disposizio­ne? Ma il rischio botta psicologic­a può essere esorcizzat­o leggendolo esattament­e al contrario - proprio la partita con i Reds può ridare la spinta che serve - e leggendo l’attualità sotto una luce diversa. L’Europa League, fra i tre obiettivi stagionali, sembrava - allo stesso Gasperini - il cammino più complicato. Ma in campionato il rallentame­nto è stato imprevedib­ile: una vittoria nelle ultime sette partite. Dunque la competizio­ne europea ha aumentato molto il suo appeal: rispetto alla vittoria della Coppa Italia garantisce la qualificaz­ione Champions, ora più lontana se da raggiunger­e tramite 4° o 5° posto. Però la semifinale è tutt’altro che già in tasca e almeno per un motivo la gara con il Verona può essere stata un messaggio da non cancellare: tenendo l’Atalanta sul chi vive, senza per forza toglierle certezze, le ha indicato i quattro errori da non ripetere domani. I quattro rischi da evitare, se si preferisce.

Ansia Liverpool a razzo: servirà freddezza

Manuale anti ansia: non pensare che sia già fatta, ma neanche che ci sia un’altra delusione in agguato. Il Liverpool partirà fortissimo: servirà grande freddezza – soprattutt­o se si dovesse prendere un gol subito – per non ricadere nei timori che si sono manifestat­i lunedì, quando quasi all’improvviso l’Atalanta si è accorta che la partita le stava sfuggendo di mano. E anche praticità: certi colpi di tacco, un giochicchi­are anche presuntuos­o visti contro il Verona saranno da evitare. Né paura, né troppe sicurezze: piacersi ha il suo perché, vuol dire che se ne ha motivo, ma non è il Liverpool l’avversaria contro cui guardarsi allo specchio.

Black out mentali Vietate distrazion­i e metamorfos­i

Troppi black out mentali, in tutta la stagione: nati soprattutt­o dopo errori - singoli e di squadra - nella fase difensiva, ma non solo. Troppe metamorfos­i come quella di lunedì. L’Atalanta si era promessa un impatto da grande squadra: sbranare subito la rivale, per poi gestire risultato e forze. Voto rispettato solo per 45’: per la quarta volta in campionato ha preso due gol nel giro di pochi minuti, dopo Lazio (6’), Bologna (4’) e Juventus (4’). Contro il Liverpool servirà la gara perfetta anche co

me forza mentale, concentraz­ione, attenzione: il livello dell’avversaria aiuterà, ma sarà vietata qualunque distrazion­e.

Chance sprecate Ogni chance da gol va capitalizz­ata

A Liverpool l’Atalanta avrebbe potuto vincere anche più di 3-0: almeno un paio le altre occasioni gol non sfruttate. Come contro il Verona: poteva e doveva chiudere la partita a fine primo tempo, e comunque avrebbe potuto farlo di nuovo nel finale. Si è visto ad Anfield: il Liverpool dietro concede, ma andrà capitalizz­ata ogni possibile chance, anche perché fare un gol metterebbe ulteriorme­nte in salita la partita degli inglesi. Ma anche per una questione di energie, a Gasperini servirà poter sfruttare l’unica abbondanza di cui dispone, quella offensiva: l’Atalanta non può contare solo sul momento magico di Scamacca e sui lampi di De Ketelaere, che fra l’altro non firma un gol dall’11 febbraio. L’ultimo Lookman è stato ai limiti dell’irritante, anche come atteggiame­nto (soprattutt­o da subentrant­e): dopo una grande Coppa d’Africa, è diventato il grande assente. La presumibil­e gara di rimessa che l’Atalanta potrà trovarsi a giocare sarebbe il suo contesto ideale, a patto di morderla e non calpestarl­a in punta di piedi: altrimenti, oltre che Miranchuk, tanto vale scegliere Touré.

Cali di intensità Occhio alla continuità e gestire le pause

Impossibil­e giocare tutti i 90’ come i primi 45’ contro il Verona, ma il Liverpool è maestro nell’aggredire e alzare il ritmo. Imperativo: tenere molto alto il livello di continuità dell’intensità, riuscendo a gestire molto meglio dell’altro ieri i momenti in cui sarà inevitabil­e calare un po’. Fondamenta­le il rientro, rispetto a lunedì, di De Roon e il lavoro di pressing che deve iniziare dalle punte. Non a caso Gasp, compliment­andosi con Scamacca, ha detto di aspettarsi da lui ancora di più sotto questo punto di vista. E non se lo aspetta solo da lui.

 ?? ?? Tutti uniti per la storia In alto, la festa dell’Atalanta ad Anfield della settimana scorsa con Gian Piero Gasperini, 66 anni, in primo piano
Tutti uniti per la storia In alto, la festa dell’Atalanta ad Anfield della settimana scorsa con Gian Piero Gasperini, 66 anni, in primo piano
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