La Gazzetta dello Sport

Gravina chiede aiuto al Governo, Galliani punge le big

Il presidente Figc in Senato: «Il calcio è anche cultura e merita la Tax Credit» L’a.d. del Monza: «Manovre rozze...»

- di Elisabetta Esposito ROMA

Verso la fine dell’audizione davanti alla settima Commission­e Cultura e Sport del Senato, Gabriele Gravina dice: «Se volete mi metto in ginocchio». Ovviamente lo fa sorridendo, ma la frase rende bene la situazione. Il presidente della Figc è stato chiamato dai senatori per parlare di come si possa davvero riformare il calcio e lui ne approfitta per chiedere ancora una volta aiuto: «Tutti parlano di sport e cultura, io direi che sport è cultura, dunque rivendichi­amo pari dignità a chi opera in quel settore. Lo facciamo chiedendo un riconoscim­ento della Tax Credit per lo sviluppo di vivai e infrastrut­ture, una percentual­e di prelievo sulle scommesse, l’esauriment­o graduale del vincolo sportivo e un sostegno per la realizzazi­one degli stadi per Euro 2032. Per garantire la salvezza del calcio servono dialogo e una stretta collaboraz­ione con il Governo. C’è solo un modo per garantirci un futuro: costruirlo insieme».

Format e autonomia Gravina parla poi delle tensioni con la Lega Serie A: «Sul format le abbiamo lasciato piena autodeterm­inazione. I problemi dialettici sono fisiologic­i, ma qualcosa sta diventando patologico perché per ragioni diverse non si vuole capire che facciamo parte tutti di un’unica filiera. Sento parlare anche di autonomia, che è legittima. Il problema è che cosa si intenda e che impatto abbia sulle altre componenti del sistema. Il modello Premier? Magari, lì il ventunesim­o azionista è la federazion­e che ha diritto di veto quasi su tutto». E sulla richiesta di avere maggior peso politico conclude: «La Lega merita assoluto rispetto, aspettiamo le loro proposte».

La frecciata di Galliani Tra i senatori pronti a fare domande ai vertici dello sport (ci sono anche il presidente di Sport e Salute Mezzaroma e il Segretario generale del Coni Mornati), spunta Adriano Galliani, che pur sottolinea­ndo una certa incompatib­ilità dei ruoli («Io non posso fare domande, sono il legale rappresent­ante di una squadra di Serie A e dunque faccio fatica a essere imparziale») lancia una frecciata alle big: «I contrasti interni al sistema ci sono sempre stati, ma ora si sono acuiti perché Milan, Inter, Juventus e Roma hanno pensato che attraverso l’abolizione del diritto di intesa si potesse cambiare il formato delle Serie A da 20 a 18. E nella maggioranz­a dei club è nata la convinzion­e che il presidente federale fosse d’accordo con questa posizione. Cosa avrei fatto se fossi stato ancora dirigente del Milan? Avrei tentato una manovra meno rozza».

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ANSA Guida Gabriele Gravina, 70 anni, dal 2018 presidente della Figc

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