Ritorno vincente dopo più di tre mesi «Mi serve giocare»
Supera Cobolli, ora De Minaur «Essere qui vuol dire tanto»
La terra ritrova il suo signore. A 103 giorni di distanza dall’ultima partita, il terzo turno sul cemento a Brisbane, ma soprattutto a 681 giorni dall’ultima esibizione sul rosso, che coincideva guarda caso con il 14° trionfo al Roland Garros nel giugno 2022, Rafa Nadal riscopre il gusto della competizione e soprattutto riassapora i piaceri della superficie più amata con una vittoria su Cobolli, dapprima impietrito dalla grandezza del rivale e poi irretito dalla solita, dominante ragnatela del più forte di sempre sulla polvere di mattone.
La lezione Il Centrale del Real Club di Barcellona, che dal 2017 è intitolato proprio a lui, caso unico per un giocatore ancora in attività, è strapieno, malgrado sia appena un primo turno: il giusto omaggio a chi ci ha alzato 12 volte (su 12 finali...) la coppa del vincitore. Nadal, che compirà 38 anni a giugno, è decisamente più tirato e magro rispetto ai tempi d’oro. E, come era prevedibile dopo i problemi ai pettorali e alla schiena delle ultime settimane, all’inizio serve a velocità ridotta, attorno ai 160/170 km all’ora: «È vero che ho servito poco ultimamente, ed è vero che in partita non ho servito come un pazzo. Ho usato le giuste precauzioni, ho momenti in cui mi sento più libero e più sciolto e lascio andare un po’ di più». Sulla terra, però, l’incidenza del servizio non è così decisiva se poi ottieni il 64% di punti in risposta sulla seconda dell’avversario e fornisci il solito saggio di variazioni, dall’intramontabile uncino di dritto al rovescio incrociato passando per le smorzate. Cobolli, dal canto suo, si immola con 41 gratuiti, in avvio figli dell’emozione e procedendo nel match del tentativo vano di tenere un ritmo più elevato per portare Rafa più lontano dalla riga di fondo. C’è pure il tempo, per il cavalier Nadal, di un nobile gesto di fair play sul match point, quando un maleducato spettatore grida «Arrivederci Flavio!» e il vincitore di 22 Slam ferma il movimento della battuta per scusarsi.
Tormento ed estasi Sul rosso Rafa non perde la prima partita di un torneo da Roma 2008 (le famose vesciche contro Ferrero) e non si inchina a un giocatore fuori dalla top 50 (Cobolli è n.62) da Viña del Mar 2013 (Zeballos): «I dubbi che avevo non vanno via in un giorno, mi serve giocare. Ma è stato comunque un buon primo turno. Ho fatto una partita logica, senza errori non forzati, senza cercare soluzioni strane ed è andata bene». Insomma, tutto è pronto per una nuova pagina dell’eterno romanzo del diavolo mancino di Maiorca e delle sue mille resurrezioni: «Ogni volta però è più difficile, soprattutto quando sei avanti con gli anni, perché le cose diventano ancora più dure. Sto attraversando momenti molto complessi, ma allo stesso tempo, quando riesco a essere nel tour per qualche giorno, quando posso allenarmi con gli altri ragazzi e poi competere un po’, significa molto per me. Comunque è tutto abbastanza piacevole e posso guardare avanti». Oggi verso le 16 l’esame si fa più complicato nell’incrocio contro De Minaur, n.11 del mondo che ha già vinto 22 partite in stagione: «Io nemmeno so cosa aspettarmi — confessa Nadal —. Non mi pongo problemi e non mi faccio troppe domande perché è come stare in una foresta e non so mai cosa posso trovarmi di fronte. Sarà una partita molto difficile con un giocatore che in campo viaggia a velocità molto alte, vedremo se riuscirò a tenere quel ritmo». Ma un guerriero rinato non ha mai dubbi.