La Gazzetta dello Sport

«Capolavoro Inzaghi Grandi numeri e bel calcio EMarotta fa miracoli»

- di Francesco Maletto Cazzullo

Gruppo La vittoria di tutti, dalla squadra allo staff tecnico fino a Marotta e Ausilio

Juve Contro di loro la gara non più bella ma decisiva. Lì abbiamo ristabilit­o le distanze

Ad ogni gol dell’Inter parte “Urlando contro il cielo” Allora spero che venga suonata miliardi di volte

Luciano Ligabue Cantante e tifoso Inter

Scudetto con il Milan? A me interessa vincerlo, se poi succede proprio nel derby è ovvio che non si piange

Lautaro Ha una forza spaventosa. ed è attaccato alla maglia Ora aspetto il rinnovo

Champions Atletico al top con noi. Avesse giocato come col Borussia, saremmo passati...

Cantarci è unico, ci ho pure giocato. E l’esordio del Fenomeno con la doppietta di Recoba resta speciale

Quando segna l’Inter, San Siro canta una sua canzone. La sua vita da mediano è dedicata a Oriali, il numero 4 dell’Inter scudettata e dell’Italia campione del Mondo. Eppure Luciano Ligabue ancora non vuol saperne di festeggiar­e. Il 22 aprile, per la prima volta nella storia, il derby di Milano potrebbe assegnare il campionato.

► Che effetto le farebbe vincere lo scudetto della seconda stella proprio contro il Milan?

«È da due mesi che si parla di questa ipotesi e, adesso che le condizioni si sono create, è un derby caricato fin troppo a pallettoni. A me interessa la vittoria matematica dello scudetto. Prima arriva e meglio è. Se poi dovesse arrivare a questo derby, è chiaro che non si piange».

► Si sarebbe mai aspettato un cammino così?

«È il capolavoro di una bellissima squadra e per squadra intendo l’intero team. Giocatori in testa, certo, ma allo stesso modo anche Inzaghi (che ha ragione a dire che valorizza anche economicam­ente i singoli giocatori) e la coppia Marotta e Ausilio che da tre anni sta facendo miracoli con il mercato a budget zero. Mi sa che per uno juventino Marotta sia forse il rimpianto più grosso».

► Chi è stato l’uomo in più?

«Non si può non parlare di tutta la squadra, perché se c’è stata la conferma (e il migliorame­nto) di chi c’era già (da Lautaro a Bastoni, da Barella a Chala, da Acerbi a Dimarco e tutti gli altri), dall’altra parte c’è stata la sorpresa dei nuovi inseriti (Thuram, Sommer, Pavard, Bisseck) che nessuno pensava si integrasse­ro così in fretta».

► Lautaro domina in campionato, ma in Europa fa fatica. È veramente un fuoriclass­e?

«Certo che lo è, pur non avendo la statura dell’attaccante tipico. È alto 1,74 ma nelle gambe ha una forza spaventosa. In più, continuand­o la tradizione dell’Inter con i calciatori argentini, sta dando grandi segnali di attaccamen­to alla maglia. Speriamo nel rinnovo».

► Simone Inzaghi è il miglior tecnico del nostro campionato?

«Senza dubbio. I trofei che ha vinto con l’Inter sono già diversi anche se spesso li si vogliono bollare come minori. Ma lui e la squadra li hanno vinti. Se si guarda il ruolino di marcia suo e dei ragazzi da circa un anno in qua, non si può che rimanere sbalorditi per i numeri e godersela per la bellezza calcistica espressa. Poi, certo, chiunque potrebbe sempre opinare che ha fior fiore di giocatori per poter applicare le sue idee ma non è forse pure responsabi­le della composizio­ne di questa squadra?».

► Qual è stata la partita più bella della stagione?

«Forse non la più bella ma la più decisiva è stata quella con la Juve. Lì l’Inter ha ristabilit­o le distanze».

► Cosa è mancato in Champions?

«L’Atletico Madrid sarà pure discontinu­o ma con l’Inter ha fatto due grandi partite, specie quella del ritorno. Avesse giocato come contro il Borussia, sarebbe passata l’Inter. Però non è che le si possono vincere tutte, eh! Forse l’unica colpa è non averla chiusa all’andata».

► Il suo idolo calcistico è ancora Oriali?

«I miei idoli calcistici sono tanti. Qual è l’interista che non ha nel cuore Ronaldo o Milito o Altobelli o Facchetti o Zanetti o chissà quanti altri. Io c’ho pure Cambiasso senza cui non si sarebbe vinto il triplete».

► Come è cantare a San Siro?

«La prima volta che c’ho fatto un concerto era nell’estate del ’97. Durante il sound check continuavo a pensare che nemmeno un mese dopo su quel campo ci avrebbe esordito Ronaldo il Fenomeno. San Siro è sempre San Siro: difficile raccontare quell’emozione».

► Porterà in scena il suo nuovo album “Dedicato a noi”, quale canzone le piacerebbe dedicare all’Inter?

«In realtà, siccome “Urlando contro il cielo” la diffonde l’impianto di San Siro ogni volta che l’Inter segna, gli voglio dedicare proprio quella, con l’augurio che venga suonata miliardi di volte».

► Qual è stata la sua prima partita a San Siro?

«Intanto a San Siro c’ho pure giocato. Era con la Nazionale Cantanti e vi potete immaginare il godimento. Non ricordo nemmeno più la prima che ho visto, però c’ero all’esordio di Ronaldo, col Brescia sull’1-0 grazie a Hubner finché non è entrato un ragazzino dalla panchina che nell’arco di dieci minuti ha esploso due razzi terra-aria nei due sette opposti ribaltando la partita. Era il Chino Recoba».

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AFP A San Siro Liga in concerto al Meazza nel luglio 2023
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In teatro da ottobre L’interista Luciano Ligabue, 64, l’1 ottobre inizierà dalla sua Correggio il tour “Ligabue in teatro - Dedicato a noi” che lo porterà nei migliori teatri d’Italia

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