Toro da sfondamento
Juric cerca altri gol Esterni e fantasisti sotto pressione Il tecnico non può affidarsi solo a Zapata Contro il Frosinone chiamati a cambiare passo anche i centrocampisti
Nella sua ragionata analisi del derby, con particolare riguardo alla fase offensiva, Ivan Juric si è addentrato in un discorso che rappresenta un po’ la summa della sua impostazione tattica prediletta. L’allenatore del Toro, nel rimarcare la mancanza di un bottino di reti che sia in linea con la classifica e quindi adeguato alle mire europee, non ha sferzato le punte, come ci si sarebbe potuto attendere, bensì gli uomini di fascia e i centrocampisti, ovvero gli attaccanti aggiuntivi. Quegli elementi, cioè, che collocandosi nelle posizioni di ala destra/sinistra ma anche di mezzala, prendono parte intanto alla rifinitura dell’azione di attacco ma vanno essi stessi alla conclusione arrivando al tiro provenendo da metà campo o dall’esterno. I cosiddetti “quinti”, insomma, che negli schemi di Juric assumono spesso e volentieri una valenza importante.
Le occasioni «Sì, mi aspettavo di più da esterni e centrocampisti. Se ognuno di loro ci avesse portato 4-5 gol cambiava tutto il nostro percorso. Il fatto è che arriviamo tantissime volte là, anche con il colpo di testa, siamo bravi a creare le occasioni ma ci mancano le reti degli uomini di fascia e di quelli che giocano a centrocampo. È di questa carenza che posso lamentarmi, non tanto delle punte. Continuiamo a lavorare affinché si incastri un po’ tutto, le basi sono ottime e prima o poi succederà».
Metodo Il tecnico croato in questa sua esperienza italiana si è sempre affidato a movimenti che permettono ai suoi giocatori esterni di arrivare alla conclusione grazie a inserimenti repentini, assecondati dai movimenti collettivi che chiamano in causa gli altri ruoli. L’azione della rete fallita da Valentino Lazaro nel recupero illustra in maniera perfetta il metodo-Juric. Il Toro conquista palla sulla trequarti mancina, Linetty mette uno spiovente sul secondo palo dove è andato a smarcarsi l’esterno austriaco. Pallone e giocatore si incontrano al momento opportuno, il cross è teso quanto serve e, soprattutto, è preciso perché plana giusto sulla fronte di Lazaro. Purtroppo per il Torino l’impatto di Valentino sulla sfera è leggermente fuori tempo e allora viene fuori una traiettoria centrale e più alta della traversa. Di poco, ma alta. Sarebbe stato il colpo da tre punti, naturalmente, e quindi è inevitabile il rammarico espresso da Juric, che con stile comunque non ha gettato la croce sul suo giocatore.
Determinazione Episodio archiviato, si guarda avanti. Il Toro si è messo al lavoro con rinnovato slancio, con grande determinazione, perché ci sono a disposizione 18 punti e nessuno al Fila si fa prendere da sconforto o avvilimento. Juric, anzi, continua a sottoporre la truppa a esercitazioni tese a eliminare questi errori di mira. L’allenatore granata nel periodo veronese aveva ricavato molti gol dagli attaccanti di complemento. E quando non arrivava il gol, ci scappava l’assist. Così in questo epilogo della stagione sta lavorando per potere trarre benefici in area avversaria dai vari Bellanova (5 assist e 1 gol), Vojvoda (3 assist) e soprattutto Nikola Vlasic, 3 gol, l’elemento più estroso e imprevedibile che va in campo con la licenza di spostarsi laddove il suo fiuto lo conduce.