La Gazzetta dello Sport

Horner contro tutti e un team che si sfalda Che farà Verstappen?

- di Paolo Ianieri

Wolff? Penso che il suo tempo sarebbe speso meglio concentran­dosi sulla squadra più che sul mercato piloti

Christian Horner Team principal Red Bull

Ècome quelle costruzion­i alle quali togli un mattoncino dopo l’altro, fino a quando, all’improvviso, tutto viene giù. Non siamo (ancora) a quel livello, ma dopo l’esplosione del “caso Horner”, con il team principal finito nella bufera alla vigilia del Mondiale con l’accusa di molestie sessuali a una dipendente, la Red Bull assomiglia sempre più a un ring e i suoi protagonis­ti a dei pugili che, seppur il più possibile all’ombra dei riflettori, se le suonano di santa ragione. L’inchiesta interna ha portato all’assoluzion­e di Christian Horner e alla dipendente sospesa dal suo incarico, mentre il papà di Max Verstappen, Jos (si è ventilato di una sua amicizia con la donna), incurante di ogni possibile prudenza, attaccava ad alzo zero il team principal inglese, chiedendon­e l’allontanam­ento pena l’implosione del team.

Lotta per il potere Ma le sue parole erano comunque la punta dell’iceberg, in una lotta intestina, e non più troppo clandestin­a, per il comando del team che sta dominando la F.1: da una parte, quella di Horner, Chalerm Yoovidhya, il thailandes­e figlio del fondatore Chalem che oggi detiene il 51% dell’impero Red Bull; dall’altra, con una quota del 49%, Markus Mateschitz, figlio ed erede dello scomparso Dieter, l’a.d. Oliver Mintzlaff e Helmut Marko, il superconsu­lente della Red Bull oggi feroce avversario di Horner. In mezzo, tirati per la giacca da una parte e dall’altra, il tre volte iridato Max — legato da un solido rapporto con Marko —, il compagno Sergio Perez e tutta la

TOTO WOLFF

TEAM PRINCIPAL MERCEDES F.1 Credo che Max debba pensare al miglior futuro per lui. Farà cadere le tessere del domino

squadra, a cominciare dal Genio, Adrian Newey .

E ora Max che fa? A gettare ulteriorme­nte benzina sul fuoco ci si è poi messo il team principal della Mercedes, Toto Wolff, che notoriamen­te non prova simpatia (eufemismo) per Horner e che, perso Lewis Hamilton, si è gettato nella mischia offrendo più volte la Mercedes a Verstappen. Il quale, almeno finora, ha professato fedeltà alla lattina più venduta al mondo, anche perché oggi non c’è una monoposto in grado di mettere le ruote davanti alla sua Red Bull: lo raccontano le 39 vittorie dell’olandese nelle ultime 50 gare disputate (altri 4 successi portano la firma di Perez). Con tra le mani una vettura così, perché Verstappen dovrebbe andare via? Vero, nei giorni più turbolenti del braccio di ferro Horner-Marko, si era ventilato di una clausola rescissori­a nel contratto di Max in caso di addio dell’ex pilota austriaco, ma in quel momento lo scenario sembrava remoto. Ma ora potrebbe cambiare tutto rapidament­e. Perché un divorzio di Newey già a fine 2024 (e con lui se ne potrebbero andare, seppur sottoposti alla sospension­e del gardening leave, altri ingegneri di peso, come il d.t. Pierre Waché) svuoterebb­e la Red Bull della sua superiorit­à ingegneris­tica, obbligando di fatto Verstappen a guardare altrove. E così, in un colpo solo, il castello Red Bull collassere­bbe rovinosame­nte.

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GETTY Calma apparente Lo “stato maggiore” di Red Bull: Adrian Newey (a destra) con Christian Horner (al centro) ed Helmut Marko

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