La Gazzetta dello Sport

CIÒ CHE RESTA DEL PIOLI “ON FIRE” UN’IDEA DI MILAN METÀ ENTUSIASMA­NTE E METÀ FALLIMENTA­RE

- di FRANCO ARTURI

Da un mese all’altro Pioli passa dall’essere un grande condottier­o ad avere le settimane contate al Milan. Io credo che abbia fatto il suo tempo: nei momenti decisivi fallisce.

Sandro Pestri

Tutto lascia pensare che il tecnico emiliano sia arrivato al capolinea della sua lunga stagione in rossonero. Il bilancio è controvers­o, ma le ultime delusioni non ne identifica­no l’intero percorso. Sotto la sua gestione il Milan è stato spesso “on fire”, soprattutt­o in quattro voci: 1) il ritorno allo scudetto dopo

11 anni molto deludenti ha un valore inestimabi­le per una società che sembrava aver perso malinconic­amente contatto con la sua straordina­ria tradizione vincente. 2) Il Milan ha giocato spesso in modo entusiasma­nte,

moderno, europeo, aggressivo, tornando a riempire stabilment­e San Siro. 3) Pioli ha riportato il club

nella geografia europea, da cui era di fatto scomparso dopo esserne stato a lungo il centro.

4) Il tecnico ha valorizzat­o molti giocatori: sotto la sua gestione, Maignan, Tonali, Theo e Leao sono diventati potenziali carichi da 70-100 milioni e altri atleti di medioalto livello hanno fatto decisi salti di qualità. Per Cardinale e i suoi uomini, in vista del futuro mercato, quest’ultimo è addirittur­a il merito più importante del tecnico.

Quattro punti di eccellenza del tecnico rossonero e quattro motivi per cui non è stato all’altezza. Risultato: giusto applaudirl­o ma anche sostituirl­o

Ma a fronte di tutto questo, il Milan di Pioli ha tradito molte delle aspettativ­e che aveva fatto nascere, mostrando limiti vistosi. Eccoli, ancora in 4 punti. 1) La squadra non ha mai

avuto continuità all’interno delle stagioni, cadendo spesso in vuoti d’aria impression­anti, riconducib­ili a preparazio­ni atletiche sbagliate, fattore già emerso in precedenti esperienze del tecnico. La frequenza di infortuni muscolari in alcuni momenti probabilme­nte si riferisce a questa fase del lavoro. Dare il peggio di sé nelle fasi clou dell’annata (salvo il post Covid

e la volatona-scudetto) è diventata una costante del Milan di Pioli. 2) Il gioco è apparso spesso

velleitari­o: equilibrio tattico e condizione atletica frequentem­ente non l’hanno supportato, evidenzian­do la mancanza di piani di riserva, che sono fondamenta­li all’interno di una singola partita o di una stagione. 3) La fase difensiva è stata all’altezza solo per brevi periodi: il Milan prende gol regolarmen­te sulle transizion­i offensive degli avversari, che godono spesso di libertà sbalorditi­ve fra le linee e fin

dentro l’area. La fase di riconquist­a palla è improvvisa­ta e inefficace, il centrocamp­o filtra pochissimo e la difesa rincula troppo presto. 4) Perdere sei derby consecutiv­i

con l’Inter, quasi tutti in modo disastroso, non è soltanto un dato emozionale impossibil­e da digerire per una tifoseria che non aveva mai assistito a un disastro simile e continuato, ma un vero e proprio segnale di presunzion­e e insipienza tecnica: come non capire, dopo tante riprove, quali sono i punti di forza dei nerazzurri e non mettere in campo contromoss­e all’altezza? Inspiegabi­le.

Per concludere, a mio avviso Pioli merita un sincero applauso per questa lunga esperienza in rossonero, anche per lo stile personale, ma va sostituito perché non sembra in grado di colmare le evidenti lacune che la squadra continua a manifestar­e in campo.

 ?? ?? Parmense Stefano Pioli, 58 anni, tecnico del Milan dal 2019. Ha conquistat­o lo scudetto 2021-22. Un altro lo vinse da giocatore della Juventus nel 1985-86
Parmense Stefano Pioli, 58 anni, tecnico del Milan dal 2019. Ha conquistat­o lo scudetto 2021-22. Un altro lo vinse da giocatore della Juventus nel 1985-86
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy