Corriere della Sera - La Lettura
LE DISOCCUPATE PREGANO DI PIÙ
Le donne sono più religiose degli uomini: soprattutto se cristiane, se disoccupate e se italiane. È la conclusione dell’ultimo rapporto sullo stato della religiosità nel mondo elaborato dal Pew Research Center. In 61 dei 192 Paesi esaminati, le donne dichiarano un tasso di appartenenza religiosa superiore a quello degli uomini per almeno 2 punti percentuali. Viceversa, in nessuno dei 192 Paesi gli uomini superano le donne in appartenenza per più di 2 punti percentuali. La differenza maggiore, in media 8 punti percentuali, si riscontra nella preghiera quotidiana. In 43 degli 84 Paesi studiati, le donne pregano di più. Israele è l’unico Stato con una maggioranza maschile nella preghiera quotidiana. In 36 Paesi su 84 le donne ritengono la religione molto importante in percentuale maggiore agli uomini. Notevole è la differenza tra Paesi a maggioranza cristiana, dove le donne sono ancor più religiose che nella media globale, e Paesi a maggioranza musulmana, dove religiosità maschile e femminile sono più equilibrate, e dove gli uomini partecipano ai riti più assiduamente, come prescritto dal diritto islamico. Dopo la Colombia, l’Italia è il Paese al mondo con il maggiore differenziale tra donne e uomini nella partecipazione ai riti settimanali. Lo scarto è di ben 20 punti percentuali e sale a 22 per la preghiera quotidiana. Tra i vari fattori che possono spiegare i dati, i ricercatori americani segnalano il nesso tra occupazione e religiosità femminili. L’Italia, in proposito, è il Paese al mondo con il più alto tasso di religiosità femminile combinato a un tasso elevato di donne non occupate. Un primato di cui andare fieri?