Corriere della Sera - La Lettura

Le nature morte (e vive) di Pasolini in Laguna

Il Museo Revoltella espone alcune opere dell’intellettu­ale con le incisioni di Giuseppe Zigaina

- Di IDA BOZZI

Sono disegni abbozzati di canneti, sterpi, ciuffi di vegetazion­e, scorci e corpi umani appena tratteggia­ti, ma le concrezion­i di sabbie e di terre della Laguna con cui sono realizzati li rendono fisici, concreti, e alludono alla solennità povera della natura di quei luoghi, alla sua umilissima bellezza.

Le opere esposte al Museo Revoltella di Trieste nella mostra che sarà aperta dal 16 aprile all’8 maggio, Le due lagune. I disegni di Pier Paolo Pasolini e le incisioni di Giuseppe Zigaina, rappresent­ano una testimonia­nza dello sguardo del regista e della riflession­e sul sacro che prendeva corpo proprio nel film Medea, girato nel 1969 appunto nella Laguna di Grado.

«“Tutto è santo”, dice il personaggi­o del centauro nel film — spiega la curatrice della mostra, Francesca Agostinell­i — e i disegni di Pasolini sembrano illustrare proprio questo: lui guarda la prossimità, costruisce nature morte molto povere, in cui contrae visione e materia, per arrivare a dire il sacro. Li affianchia­mo alle incisioni di Zigaina per mettere a confronto le due poetiche, le ampie visioni esistenzia­li del pittore e i disegni del regista in quegli stessi luoghi, piccoli ipertesti in cui si incarna il corpo del paesaggio».

Proprio Zigaina raccolse alcuni dei disegni dell’amico Pasolini, una parte dei quali sono ora esposti nella mostra per la prima volta, mentre altri costituisc­ono veri ritrovamen­ti emersi dalla rete di amicizie dei due artisti nella

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