Corriere della Sera - La Lettura
Ricamo e cucito con il pianoforte e l’argento rende il flauto magico
Fu forse un orgoglio un po’ temerario a spingere nel 1829 un uomo d’affari ungherese a ordinare al fornitore della real casa asburgica Conrad Graf uno scenografico «pianoforte a piramide»: un capolavoro di mogano, noce e abete, con decorazioni in madreperla e tessuto, destinato più alla celebrazione del proprio successo che al piacere di suonare o ascoltare. Era invece un diletto intimo quello assecondato dalla piccola tastiera per signora, con incorporata una scatola da ricamo e cucito e scomparti per la cancelleria, costruita in Austria o Germania verso il 1820. E poi strumenti per fare musica in casa con consapevolezza da dilettanti maturi: il flauto traverso di avorio o il virginale costruito dal fiammingo Johannes Ruckers intorno al 1640, solo suo pezzo giunto a noi originale in ogni parte.
Scene da un patrimonio. Quello del Rijksmuseum di Amsterdam e dal museo municipale dell’Aja. La mostra Music at Home ha scelto dall’uno e dall’altro alcuni esemplari pregiati per celebrare la civiltà tutta germanica e nordica della Hausmusik, la «musica domestica», un rito culturale radicato nei secoli. Ospitata al Rijksmuseum, l’esposizione che doveva terminare a giugno proseguirà invece fino al 27 febbraio 2017. «Questo museo — spiega a “la Lettura” Giovanni Paolo Di Stefano, curatore della collezione di Amsterdam — va in controtendenza rispetto ad altre grandi istituzioni internazionali: ha deciso di riportare nelle sale la collezione di strumenti antichi che non erano più esposti dall’inizio del XX secolo».
Nel caso dell’Olanda il tema della «musica domestica» assume tratti specifici: «La chiesa calvinista — aggiunge Di Stefano — soprattutto tra il XVII e XVIII secolo condannò e scoraggiò apertamente le attività ricreative e in particolare gli spettacoli musicali nei luoghi pubblici. Non è un caso che qui orchestre e teatri d’opera, anche a causa dell’assenza di corti principesche, fossero quasi inesistenti. Ciò non toglie che la musica fosse ampiamente praticata», come dimostrano le scene musicali disseminate nella pittura fiamminga del Secolo d’oro, «anche se restava principalmente relegata all’ambito privato». Piaceri borghesi, da non esibire. Come i cembali decorati. O lo strepitoso flauto a becco soprano di Engelbert Terton, 1700, in bosso con finissime decorazioni, non come al solito in avorio ma in argento: «Un esemplare che ci risulta essere unico». La musica è una cosa preziosa.