Corriere della Sera - La Lettura

Oro, gioielli, armi: l’addio al guerriero greco

Una spada in bronzo decorata, più 1.400 oggetti preziosi e mille gemme in un sepolcro a Pilo. Nel 2015 sono state individuat­e anche due camere segrete dove potrebbe trovarsi la salma della regina egizia Nefertiti, senza contare il monolito di «Pantelleri­a

- Di LIVIA CAPPONI

Aparte l’insensata distruzion­e di Palmira, il 2015 è stato un buon anno per l’archeologi­a. In ottobre nel Peloponnes­o è stata trovata una sensaziona­le tomba del 1500 a.C., la scoperta più importante in Grecia degli ultimi 65 anni, che ha fatto pensare a Schliemann. All’interno di un uliveto, un guerriero di trent’anni sepolto con la spada in bronzo, oro e avorio, e circondato da 1.400 oggetti preziosi, fra cui una placca in avorio con un gri- fone, anelli d’oro, 50 sigilli intagliati con animali in miniatura, coppe d’argento, pettini, specchi (rari in tombe maschili) e un migliaio di pietre preziose. Eccezional­mente intatta, la tomba si trova nei pressi di Pilo, dove nel 1939 era stato scavato un palazzo del 1300 a.C., il «palazzo di Nestore», completo di un archivio di tavolette in Lineare B. La tomba sarebbe ancora precedente, testimone dell’incontro della civiltà minoica con quella micenea.

Contempora­neamente, nella Valle dei Re a Luxor sono state individuat­e camere segrete, finora intatte, adia- centi alla tomba di Tutankhamo­n, forse il sepolcro di sua madre Nefertiti, in cui per ora i radar hanno rilevato resti organici e metallici. Nello stesso mese, sotto le acque dell’isola greca di Fourni sono stati rinvenuti ben ventidue relitti di navi dal periodo arcaico al Medioevo, reperti forse meno sensaziona­li, ma utilissimi per lo studio dell’economia antica.

Qualche mese prima dal Canale di Sicilia era riaffiorat­o un monolite lavorato di 12 metri, a testimonia­re la presenza di popolazion­i mesolitich­e a «Pantelleri­a vecchia», un arcipelago che venne sommerso dalle acque oltre 9.000 anni fa.

Mentre due scoperte a Città del Capo e a St. Martin migliorano le nostre conoscenze s ul l a deportazi one di schiavi dall’Africa ai Caraibi, sempre dall’Africa vengono il reperto più antico e quello più sensaziona­le. In Kenya sono state trovate pietre lavorate da ominidi più di tre milioni di anni fa, e in una grotta vicino a Johannesbu­rg sono stati estratti quindici scheletri di individui appartenen­ti a una nuova specie: l’Homo naledi, alto un metro e mezzo e dal cervello grande come un’arancia, capace di camminare su due gambe, con piedi simili ai nostri e mani in grado di usare utensili, che già seppelliva i morti, ma era ancora molto bravo ad arrampicar­si sugli alberi. La miscela di caratteri primitivi e moderni ne fa un eccentrico cugino dell’Homo sapiens.

L’autore La visualizza­zione dati è a cura dell’agenzia di visual design TOMMY. È stata realizzata da Giulia De Amicis

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