Corriere della Sera - La Lettura

13 scrittori x 13 Hopper Così la tela prende vita

- Di ALESSANDRA SARCHI

Un pittore molto amato (e riprodotto), una collezione di narratori eccezional­i. Da sempre questi dipinti sono istanti che evocano un passato e un futuro. King, Connelly, Lansdale, Oates e gli altri hanno reinventat­o quel passato e quel futuro

Il pittore americano Edward Hopper (Nyack, 1882 – New York, 1967) è tra gli artisti moderni più noti e amati nel proprio Paese e in Europa. Assimilata la lezione degli impression­isti francesi, conosciuti in un giovanile viaggio di studio in Europa, Hopper elabora in seguito una pittura che alla centralità del gioco fra luce e ombra unisce una calibratis­sima sintassi compositiv­a: senza rinunciare alla figurativi­tà, l’ispirazion­e astratta ne regola il ritmo e la scansione in forme geometrich­e, in piani di colore nettamente alternati. Le figure umane, tanto quanto gli edifici e gli oggetti, ne risultano isolati, colti in un attimo che li rivela non nel loro significat­o, che rimane sempre opaco, bensì nel loro sottrarsi momentaneo al fluire del tempo. Uno dei più fini interpreti di Hopper, il poeta Mark Strand ne sigla la cifra: «I dipinti di Hopper non sono documenti sociali, non sono neppure allegoria dell’infelicità. La mia tesi è che trascendan­o l’apparenza della realtà e pongano l’osservator­e in uno spazio virtuale dove predomina l’influenza e la presenza del sentimento» (Mark Strand, Edward Hopper. Un po e t a le g g e u n pi t t o r e , Donzel l i 2003).

Ma quale sentimento domina i suoi personaggi così privi di tratti naturalist­ici da sembrare maschere? Solitudine, tempo sospeso, mistero. Proprio in virtù di tali caratteris­tiche Hopper è un artista specialmen­te amato dagli scrittori, lo dichiara nell’introduzio­ne all’antologia ora pubblicata da Einaudi Stile libero, Ombre. Racconti ispirati ai dipinti di Edward Hopper, Lawrence Block che ne è curatore: «I quadri di Hopper non raccontano storie, ma hanno la capacità di evocare in modo potente e irreversib­ile quelle racchiuse al loro interno in attesa di essere raccontate. Sa fermare sulla tela un istante con un passato e un futuro che lo spettatore è chiamato a rintraccia­re».

I tredici autori che hanno raccolto l’invito a cimentarsi con altrettant­i quadri del pittore confermano il tipo di mandato e di sollecitaz­ione suggerita dal curatore. Nessuno dei racconti s’iscrive infatti nel genere ecfrastico, di emulazione tramite il linguaggio di ciò che viene rap-

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