Corriere della Sera - La Lettura
Prima Mann, poi Visconti La vita non è così dolce
Stabilimenti moderni e un’offerta di divertimento sterminata: feste scintillanti, concerti, balli. Agli inizi del Novecento il Lido di Venezia era una delle località balneari più alla moda del mondo, una sorta di Miami di oggi. Gli ospiti ammiravano i grandi alberghi, l’Excelsior e l’Hotel des Bains, imponenti nell’elegante liberty. Proprio al des Bains sbarca von Aschenbach, protagonista di La morte a Venezia (1912) di Thomas Mann poi riletto da Luchino Visconti nel suo film del 1971 (sotto). La Dolce vita del Lido viene restituita silenziata, appannata dalla sensibilità nevrotica di Gustav. Lo scrittore arriva al Lido inseguendo un impossibile sogno di semplicità e si ritroverà nel tormento, disperato e folle. Mann racconta una vicenda intimistica, in cui il glamour e le tante lingue che animano il Lido — russi, polacchi, inglesi, tedeschi, francesi (poi ripresi da Visconti) — diventano echi lontani. Ben poco rimane oggi di quell’epoca: l’Hotel des Bains (ad esempio) è chiuso dal 2010. (alessandro zangrando)