Corriere della Sera - La Lettura

I miracoli di San Francesco sono pure di Giotto

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uando il beato Francesco si incontrò con un cavaliere, nobile ma povero e malvestito, dalla cui indigenza mosso a compassion­e per affettuosa pietà, quello subito spogliatos­i, rivestì»: così Bonaventur­a raccontò la vita di San Francesco. Non si dice dove sia avvenuto l’incontro ma Giotto (1267 circa- 1337), dipingendo­lo poi nel ciclo di affreschi della Basilica superiore di Assisi, lo ambientò in campagna, tra due montagne rocciose (sopra: 1299). Nella città arroccata sull’altura di sinistra si riconosce Assisi, chiusa nelle mura merlate. A destra qualcuno ha invece identifica­to (forse perché lo skyline è rimasto intatto o quasi) il monte Subasio, con il monastero di San Benedetto. Il modo in cui Giotto riuscì a rendere il realismo delle rocce e delle montagne fu poi svelato da Cennino Cennini: non lavorava a memoria, come nella pittura bizantina, ma ritraendo «dal naturale» modelli di montagne create in studio con mucchi di «pietre grandi che siano scogliose e non pulite». (lauretta colonnelli)

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