Corriere della Sera - La Lettura

Nonna dormiva al «Nabucco», io no Ora creo le scene (grazie al Politecnic­o)

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La passione viscerale per il teatro si è cementata che era bambino. «Colpa dei miei genitori e della nonna», confida Paolo D.M. Vitale, 30 anni, catanese di nascita, con solidi studi al Politecnic­o di Milano. «Non è eccessivo dire che sono cresciuto a pane ed Euripide», racconta lo scenografo che sta lavorando alla messinscen­a della Norma di Bellini (regia di Davide Garattini) per l’Opera Royal de Wallonie a Liegi. «A 4 o 5 anni era normale andare a teatro, mi portavano a vedere le tragedie greche ma anche le commedie dialettali, i concerti di Uto Ughi e l’operetta». Un giorno «nonna Pina mi chiese di accompagna­rla al teatro Massimo, dov’era abbonata: mettevano in scena il Nabucco... avevo 10 anni. Dopo il primo atto lei dormiva, io ero incantato, la bocca spalancata». Sono seguiti gli studi classici, l’hobby del teatro, i corsi di dizione. Poi l’iscrizione al Politecnic­o di Milano con l’idea di diventare architetto ma, di nuovo, l’incontro con l’arte, durante un corso di design per il teatro con il critico musicale Sabino Lenoci e Davide Garattini. «Erano i miei docenti e da allora collaboro con loro». Gli hanno insegnato che «per un buon lavoro non servono milioni di euro, abbiamo realizzato una scenografi­a per il Barbiere di Siviglia interament­e con cassette di frutta. Dal teatro di Noto è stata presa dal Friuli Venezia Giulia e poi da produttori israeliani». Da 4 anni Vitali lavora come scenografo e lighting designer. «Faccio ancora l’architetto in uno studio, progetto interni ma il mio futuro lo vedo in teatro. È una vita di emozioni, anche dietro le quinte. Quando sei in produzione il ritmo è intensissi­mo, poi possono esserci lunghi periodi in cui non fai nulla ma i miei maestri mi hanno lasciato la gestione del sito centralpal­c.com ». © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

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Paolo D.M. Vitale è nato a Catania trent’anni fa ed è sia scenografo sia architetto d’interni

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