Corriere della Sera - La Lettura
La polpa dell’anguria illumina la tela di da Mota
Agostinho Jose da Mota, artista brasiliano nato nel 1824 a Rio de Janeiro e lì morto nel 1878, viene considerato il trait d’union tra l’arte europea del XIX secolo e quella del suo Paese. Nel 1850 egli infatti vinse un viaggio premio dall’Accademia di Belle Arti (in cui studiava) che lo portò a Roma, dove apprese l’arte della pittura di paesaggio da Jean-Achille Benouville, grande amico di Corot. Ritornato in Brasile, da Mota divenne il principale esponente della scuola en plein air, ottenendo però numerose commissioni di nature morte anche dall’imperatrice Teresa Cristina di Borbone, tra cui si ricorda Mamão e melancia (Papaya e anguria, 1860, sotto). Quest’olio su tela testimonia l’interesse del pittore per il carattere esotico della flora del suo Paese; da uno sfondo, reso attraverso effetti chiaroscurali, emergono vari frutti tra cui spicca un’anguria già tagliata, con il rosso della polpa che illumina la composizione impreziosita inoltre da un tralcio di elementi vegetali. (chiara pagani)