Corriere della Sera - La Lettura
Nove delizie deformate L’ironia di Oldenburg
Nove prelibatezze in bella mostra. Biscotti, una torta al cioccolato, una mela al caramello (addentata). Nel ripiano centrale, due grandi gelati in coppa di metallo, dai colori saturi e invitanti. Pastry Case, I (1961-62), al Moma di New York, è la luccicante «vetrinetta dei dolci» (sotto) che porta la firma di Claes Oldenburg (1929), protagonista della prima ondata della pop art statunitense. Gli oggetti sono smaltati, brillanti, pieni di promesse, allo stesso tempo sembrano sciogliersi, prendono forme grottesche prima di squagliarsi. Oldenburg è un reporter dell’alba del consumismo. Come Thiebaud, Warhol e Wesselmann, il suo sguardo si ferma sul cibo. Questa volta non ci sono Coca Cola o zuppe Campbell dai colori seducenti, ma anonimi e banali prodotti quotidiani. Oldenburg non si limita a contemplare affascinato le vetrine: in questi dolci deformati e caricaturali trasferisce una sottile nota di ironia, quasi a dire che tutto è destinato a svanire. Come il gelato. (alessandro zangrando)