Corriere della Sera - La Lettura
Infanticidio, rabbia, corruzione Indagini al termine dell’umanità
Tra le personalità più importanti e coraggiose nel teatro polacco contemporaneo, Maja Kleczewska flirta col kitsch e attinge a piene mani dalla cultura pop visiva: «Non possiamo far finta che non esista. Monitorare la cultura pop e sincronizzarla con il teatro è molto importante per me», sottolinea spesso la regista nelle interviste. Caratterizzata dalla convergenza tra la trattazione di temi d’attualità e il lavoro sull’attore, al quale richiede un’intensa adesione emotiva, la sua ricerca si concentra su temi dolorosi: l’infanticidio, la corruzione, la pazzia, l’identità sessuale, l’ossessione con il corpo, l’alterità. «Se avessi fatto teatro a Londra o anche a Parigi avrei probabilmente toccato altri argomenti — spiega — ma lavoro in Polonia, dove l’alterità non è accettata, viene emarginata, rifiutata, perché suscita paura e sospetto. In questo senso il teatro è uno spazio in cui possiamo affrontare l’Altro in modo protetto».
A Venezia inaugura il Festival con il suo ultimo spettacolo, The Rage (25 e 26 luglio, Teatro Piccolo Arsenale), dall’omonimo testo teatrale del premio Nobel Elfriede Jelinek, che comincia a scriverlo dopo la strage di «Charlie Hebdo» a Parigi. La rabbia, tema dell’opera, diventa nella regia di Kleczweska — che mette in scena gli scontri tra vittime e carnefici, tutti travolti da una rabbia accecante, in uno studio televisivo — uno spettacolo ad alta intensità emotiva, in cui i generi si fondono in un teatro al tempo stesso sperimentale e politico, che cerca tenacemente il confronto con l’attualità.