Corriere della Sera - La Lettura
Un video musicale e un incubo in un inquietante peep-show
Prendendo ispirazione e citazioni di David Foster Wallace, Oscar Wilde e Elfriede Jelinek, il teatro delle due registe olandesi si interroga sulla natura virtuale dei rapporti umani, ormai definiti soltanto dall’emergere del simulacro. Dal 2011 lavorano alla serie Visual Statements, performance dedicate alla «società dello spettacolo» e al ruolo dell’immagine nella cultura odierna.
A questa serie appartengono anche i due spettacoli presentati alla Biennale: Bimbo (5 e 6 agosto, Teatro alle Tese) e Hideous (Wo)men (8 agosto, Teatro alle Tese). Bimbo è un incrocio tra un video musicale e un incubo. Un inquietante peep-show pieno di citazioni in cui gli spettatori sono testimoni di un mondo dominato dall’immagine. «Mai come in quest’epoca — riflette Van der Schoot — la nostra identità è determinata dall’immagine. Una volta il porno era un piacere segreto, oggi la profusione di donne seminude è normale. Ma la superwoman sexy è una vittima o una grande vittoria dell’emancipazione?».
Hideous Wo(men), realizzato in partnership con Susanne Kennedy, è ambientato in uno studio televisivo, pensato come un vero e proprio laboratorio sociale, dove si muovono personaggi alla ricerca di un’identità. «Nel nostro metodo di lavoro — spiega Suzan Boogaerdt — partiamo da zero. Improvvisiamo da un tema. Da qui i pezzi devono andare a comporre qualcosa che è sempre più della somma delle sue parti. Questa è la nostra più grande missione».