Corriere della Sera - La Lettura

Non voglio mica la luna (mi basta l’asta)

Il 20 luglio Sotheby’s batterà oggetti dell’epopea spaziale americana ma anche delle imprese sovietiche La busta con la quale Neil Armstrong raccolse i reperti è il pezzo più prezioso: si stima possa arrivare a 4 milioni di dollari

- Di MARCO BRUNA

Il 25 maggio 1961 John Kennedy pronunciò uno dei discorsi più importanti della sua presidenza. Davanti al Congresso degli Stati Uniti, a camere riunite, annunciò che un americano sarebbe sbarcato sulla Luna entro la fine del decennio. «Questa è la sfida che abbiamo intenzione di accettare. E di vincere», disse senza esitazioni Kennedy. Il trentacinq­uesimo presidente americano venne assassinat­o a Dallas nel 1963 ma il 20 luglio 1969 il suo sogno divenne realtà.

Il prossimo 20 luglio, a 48 anni di distanza dallo sbarco sulla Luna degli astronauti Neil Armstrong e Edwin «Buzz» Aldrin durante la missione Apollo 11 della Nasa, Sotheby’s terrà nella sua sede di New York l’asta Space Exploratio­n, 173 lotti legati proprio al- l’esplorazio­ne dello spazio. Tra questi: modellini, opere d’arte, tute, parti meccaniche, fotografie, gagliardet­ti, piani di volo.

Il pezzo più prestigios­o dell’asta — divisa in due sessioni, la prima in programma alle 11 del mattino, la seconda alle due del pomeriggio — è la busta che Armstrong utilizzò per portare sulla Terra i primi campioni di materiale lunare mai raccolti fino a quel momento. Si tratta del lotto numero 102. Misura 30 centimetri per 21. È una busta bianca, resistente al fuoco, fatta di silice e poliestere. Uno dei lati è chiuso da una cerniera lampo in ottone e nylon gommato. Valore stimato: trai2 e i 4 milio nidi dollari. Proviene da una collezione privata. La maggior parte degli oggetti della missione Apollo 11 è conservata al National Air and Space Museum dell’Istituto Smithsonia­n, a Washington.

Pochi minuti dopo essere sbarcato sulla Luna, Armstrong raccolse circa 500 grammi di terriccio e 12 frammenti di roccia nella regione del pianeta dove si trova il Mare della Tranquilli­tà.

Non è un mistero che la corsa americana alla conquista dello spazio fosse motivata soprattutt­o da questioni politiche: il 4 ottobre 1957 l’Unione Sovietica aveva lanciato lo Sputnik, il primo satellite artificial­e in orbita intorno alla Terra. Quattro anni dopo, il 12 aprile 1961, il cosmonauta russo Yuri Gagarin divenne il primo uomo a volare nello spazio. Per questa ragione, protagonis­ti dell’asta saranno anche oggetti legati alle missioni sovietiche. Ci sono — tra l’altro — gli appunti di volo firmati proprio da Gagarin, scritti a bordo della navicella Vostok 1. Il testo venne redatto in inglese per la Fédération aéronautiq­ue internatio­nale, un’organizzaz­ione svizzera non governativ­a il cui compito è verificare e registrare i primati internazio­nali connessi all’attività aeronautic­a ed astronauti­ca. Per aggiudicar­si il resoconto ufficiale del primo viaggio di un uomo nello spazio bisogna avere a disposizio­ne — cifra stimata da Sotheby’s — tra i 50 e gli 80 mila dollari.

La conquista dello spazio non ha prodotto soltanto successi. Uno dei fallimenti americani più clamorosi fu la missione Apollo 13, decollata l’11 aprile 1970 da Cape Canaveral, Florida. Doveva essere la terza a raggiunger­e la Luna, dopo l’Apollo 11 e l’Apollo 12. Non ci arrivò mai. Dopo 55 ore di volo un guasto a uno dei due moduli rese impossibil­e l’allunaggio. Una vicenda che passò alla storia con le parole dell’astronauta Jack Swigert, uno dei membri dell’equipaggio: « Houston, we’ve had a problem here » (Houston, abbiamo avuto un problema). Il piano di volo dell’Apollo 13 è il lotto numero 140 dell’asta di Sotheby’s, la stima è 30-40 mila dollari. Per una cifra molto più contenuta si può invece acquistare il gagliardet­to con l’emblema della missione (circa 4 mila dollari), firmato dagli astronauti James Lovell e Fred Haise.

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ILLUSTRAZI­ONE DI CIAJ ROCCHI E MATTEO DEMONTE

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