VEN T O d’estate
Lingue di sabbia pressoché deserte, scogli piatti, falesie bianche che precipitano in acque terse. E poi città di tufo piene di luce in mezzo a pigri ulivi secolari. La spiaggia più bella? Dipende dal vento. Da Gallipoli a Otranto, passando per Leuca, si
Scordatevi il Salento della movida, delle spiagge gremite, del modello Ibiza, che seduce frotte di turisti di belle (ma disattese) speranze nel mese di agosto. Lasciate perdere le settimane clou in piena estate. Chi lo scrive è di parte, essendoci cresciuta in quest’ultima estrema propaggine di Sud ed avendo visto, dunque, le molte facce che un territorio può assumere nel corso di un anno. Basterebbe anticipare di appena un mese, forse una quindicina di giorni, per cogliere l’essenza di un Salento autentico, godibile, poco frequentato. Una Puglia formato villeggiatura, come quella di vent’anni fa, quando ai villaggi al mare ci andavano quelli che abitavano all’interno, appena chiuse le scuole. E succede ancora, solo che in mezzo alle baraonde estive e all’avvento di chi qui ancora è visto come “forestiero” più che turista, non te ne accorgi.
Forse questo è il momento migliore per assaporare una vacanza scandita dal ritmo meridiano: poca confusione, prezzi abbordabili, niente code, zero programmi. E una piccola e sottile ossessione che accompagna l’avventore per tutta la durata: che vento tira, oggi? E bisogna rassegnarsi, perché nel Salento l’idea di mare increspato non è concepita. Complice il traffico ancora assente, si parte. Dall’Adriatico allo Jonio, da est a ovest, inseguendo e fuggendo scirocco o tramontana.
Ad est
Una ventina di chilometri di lingue di sabbia, calette, baie, spiagge selvagge e falesie: il tratto di costa che va da Torre Specchia a Otranto è sorprendente, così diversificato e attrattivo da meritare più soste. Si potrebbe iniziare da San Basilio, a San Foca, famosa per essere il sito approdo del gasdotto Tap, con disappunto di molti. Andateci quando c’è lo scirocco: un paradiso selvaggio, spettinato e fuori dai circuiti turistici che fa molto tropico per hippie.
A Roca, sede di importanti scavi archeologici, c’è la piscina naturale tra le più belle al mondo: è la Poesia, un anfratto roccioso in cui sguazzare e fare qualche tuffo goliardico. A pochi chilometri la baia riparata di Torre dell’Orso non è ancora presa d’assalto, così come Frassanito, incantevole spiaggia bianca paradiso per gli appassionati di kitesurf. Da Otranto fino a Leuca la sabbia è pressoché assente e la costa precipita a picco nel mare sino a sud. Un giro in barca è il modo perfetto per vedere le acque profonde e limpidissime che si infilano nelle grotte costiere, sormontando le rocche di Porto Badisco, Santa Cesarea Terme e Castro. La sera la passeggiata mondana è sui
bastioni di Otranto, la perla d’Oriente che riluce tra i vicoli bianchi che circondano il Castello aragonese e l’imponente Cattedrale.
Finis Terrae
C’è chi scommette di vedere esattamente dove i mari si uniscono: Leuca è un borgo di pescatori e località riservata e chic, con un’anima duale. A est è brulla e primordiale, come in località Ciolo, un audace tratto di costa alto per tuffatori temerari Verso Ovest invece si incontra dapprima l’incantevole baia di San Gregorio, e si risale verso un litorale che va via via stemperandosi in una distesa di sabbia dorata fino a Marina di Pesculuse, conosciuta anche come le Maldive del Salento.