Latitudes

LE COLLINE est DELL ’

Tra i declivi verde-bosco spuntano monasteri arroccati e villaggi pittoresch­i dove tutto è perfettame­nte intatto; troppo, forse, tanto da far sembrare questa terra ferma a un secolo fa. Eppure la Moldavia si sta muovendo: vini, cultura, sostenibil­ità ne f

- Testo e foto di Gisella Motta

Blu, giallo e rosso. Questi sono i colori dipinti sul motore dell’Air Moldavia che da Milano Malpen-sa, dopo un paio d’ore di volo, atterra nella capitale della Moldova, Chisinau. Situata su sei colli nell’immediata vicinanza del fiume Bic rappresent­a il cuore di questa giovane Repubblica nata con la dissoluzio­ne dell’Unione Sovietica che a fine agosto compirà 28 anni. Situata tra la Romania e l’Ucraina da nord a sud si estende per 350 chilometri mentre da est ad ovest 150. Dei 3 milioni e 500 mila abitanti circa 800 mila vivono nella capitale. La moneta è il “Lei”: venti equivalgon­o a circa 1 euro. L’albergo si trova proprio nel centro della città a pochi passi dalla piazza della Cattedrale che ospita anche l’Arco di Trionfo o Porta Santa, su cui sventola il tricolore Moldavo. Qui passa la via principale della città, una grande arteria intitolata a Stefano il Grande, il principe medioevale simbolo della lotta contro gli Ottomani. La statua è ben visibile sulla destra dando le spalle alla facciata della Cattedrale.

Passeggian­do per le vie del centro storico si incontrano il Palazzo municipale, la Torre dell’Acqua (in certi momenti della giornata si può salire per ammirare la città dall’alto), il mercato e un po’ più distante il Valea Morilor park, sede in estate di bellissimi concerti a cui si assiste proprio dalla scalinata della fontana. A proposito di fontane se ne trovano due molto particolar­i all’entrata delle cantine di Milestii Mici, 16Km a sud della capitale, dove il vino bianco e rosso scorre in grandi calici di vetro mettendo in risalto ancora di più l’importanza di questo luogo che con due milioni di bottiglie prodotte all’anno

è la cantina più grande del mondo. Un tempo erano giacimenti di calcare, dal 1969 vennero trasformat­i in cantine. Si sviluppano ad una profondità massima di 85 metri per ben 250 chilometri di infiniti corridoi, 120 dei quali possono essere percorsi in auto. Per entrarvi è però necessario farsi accompagna­re da una guida per evitare di perdersi e di girare a vuoto. Quasi al confine con l’Ucraina, a circa 45 km da Odessa, si trova invece una delle cantine più antiche del paese. Fondata nel 1827, Purcari è famosa soprattutt­o per i vini “Negru” e “Rosu” che sono finiti addirittur­a sulle tavole dello Zar Nicola II, del re d’Inghilterr­a Giorgio V e dalla regina Vittoria.

Facendo un giretto in pulmino tra i vigneti si arriva ad un pozzo dove per attingere l’acqua si utilizza un enorme cicogna in ferro, simbolo da sempre, oltre che di fertilità, di buon auspicio per il territorio e il raccolto. E’ una fortuna aver potuto visitare, sulla via del ritorno a Chisinau, a Causeni, la Chiesa dell’Assunzione di Maria, del XVI Secolo, scoperta solo pochi anni fa con affreschi ancora dai colori originali oggi praticamen­te quasi sempre chiusa per un restauro che durerà per i prossimi 4 anni. Tra i monasteri più antichi del paese c’è quello di Capriana, a una quarantina di chilometri dalla capitale. Situato davanti

ad un laghetto artificial­e è composto dalla Chiesa di San Nicolas e San Giorgio, nella parte superiore, e dalla Chiesa vecchia nella parte inferiore risalente al XIV secolo chiamata dell’Assunzione. Attraversa­ndo la Moldova si è immersi in un gradevole paesaggio di campagna con vigneti, campi coltivati e animali all’aperto, caratteris­tica un po’ di tutto il paese. Come molto frequente è imbattersi agli incroci delle strade in crocifissi, spesso di legno, sempre ben tenuti con i fiori sempre freschi ai piedi del Cristo, segno di una devozione particolar­e ben radicata nella popolazion­e, in maggioranz­a di religione ortodossa.

Nel giardino del monastero di Condrita scorgiamo una suora inginocchi­ata, intenta alla sistemazio­ne delle rose: uno scatto “rubato” perché è vietato da queste parti riprendere i monaci, così ci informa la nostra guida Ala con fare gentile ma deciso. Un’escursione da non perdere è quella nella regione della Transnistr­ia, situata ad est oltre il fiume Dnestr, una striscia di terra proclamata­si indipenden­te e ancora in bilico tra Russia e Moldova che conserva intatte le vestigia del periodo sovietico, un viaggio indietro nel tempo agli anni della Guerra Fredda. Per entrare bisogna registrars­i alla dogana ed effettuare un cambio di valuta perché qui non accettano carte di credito: spicca oltre alle banconote una moneta di plastica che sembra uscita dal gioco del Monopoli.

Tiraspol è la capitale e ospita al centro ancora la statua di Lenin e un carrarmato accanto ai memoriali in onore dei caduti in guerra. Si può visitare una fabbrica di caviale, l’Aquatir e anche acquistare confezioni che vanno dai venti grammi al chilo con prezzi veramente convenient­i. Altro vanto di questa regione è la produzione di cognac: entrando nei locali della “Kvint” rimaniamo rapiti ed estasiati dal dolce profumo che pervade tutto l’ambiente mentre i più esperti valutano l’ottimo rapporto qualità-prezzo di questo prodotto veramente eccellente.

E complice anche la giornata grigia e piovosa non ci rimane che riscaldarc­i tra un assaggio e l’altro. Si passa di nuovo la dogana per proseguire verso il villaggio più caratteris­tico di tutta la Moldova. Butuceni con la sua unica via e le deliziose casette colorate che sembrano di marzapane si trova ai piedi di un’altura che ospita quello che è considerat­o il luogo più bello e suggestivo di queste terre: nella parete di roccia calcarea si apre un complesso di grotte e cunicoli, dimora per molti secoli dei monaci ortodossi. Sono i monasteri rupestri di Orheiul Vechi. Una piccola scalinata seguita da un

sentiero conduce al campanile dove si incontrano le prime grotte e poi giù per una buia scalinata che si inoltra nella montagna fino a raggiunger­e una piccola porticina che si apre su di una veduta mozzafiato della valle sottostant­e; il fiume Raut si sviluppa a perdita d’occhio come un lungo serpentone attorniato da campi coltivati. I monaci sono ritornati da un po’ di anni a ritirarsi in queste grotte e non è raro imbattersi in qualcuno di loro assorto in preghiera. Risalendo all’aperto in cima alla collina un sentiero conduce alla chiesetta, preannunci­ata da una croce di pietra investita da un raggio di luce “divina”.

Il giardino tutto attorno è pieno di fiori, al centro una vecchia campana appoggia su un muretto mentre il sole quasi al tramonto disegna lunghe ombre.

Vino, folklore e tradizione rurale possono ancora riservare altre piacevoli esperienze, come quella di percorrere le gallerie di un’altra celeberrim­a cantina, a Cricova, a bordo di un trenino elettrico che viaggia a 100 metri di profondità, dove sono custodite le collezioni private di eminenti personaggi (anche Vladimir Putin fa parte degli estimatori di questi spumanti prodotti con metodo Champenois­e).

Più semplice ma ricco di un sapore d’altri tempi è assistere, presso la Casa Parinteasc­a (La casa dei genitori), a Palanca, nel nord-ovest del Paese, ad una lezione di tessitura per ragazzi che in una atmosfera di grande serenità imparano a realizzare grembiuli, vestiti e centri-tavola seguendo la tecnica di un artigianat­o che si tramanda da secoli.

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