ASCOLTANDO IL VULCANO
Eccola León. Fondata da Francisco Hernandez de Cordoba nel 1524 sulle rive del lago Xolotlan, in prossimità del vulcano Momotombo, è stata la capitale del paese per oltre 200 anni. Dopo l’eruzione del 1578 fu evacuata, poiché si pensò che l’evento fosse stato una diretta conseguenza dell’ira divina per la morte del vescovo Antonio Valdivieso, strenuo difensore della causa indigena. Oggi l’antica città è nella lista dei siti patrimonio mondiale dell’Umanità. La nuova León è stata riedificata ai piedi del Cerro Negro, il più giovane vulcano del pianeta e uno dei più attivi al mondo. La prima cosa che si avverte una volta arrivati in città è il caldo.
Pensare a León rievoca il ricordo di quella chiara luce verticale di mezzogiorno che costringe a cercare riparo all’ombra. Fare una camminata tra le sue strade, aiuta a rendersi conto di avere i piedi poggiati su un sottile strato di asfalto, subito sotto il quale il magma incandescente ribolle nelle viscere della terra. Passeggiando per le città si immaginano le sue strade, le sue auto, i suoi grandi edifici in stile coloniale, con i tetti completamente ricoperti di cenere. L’ultima eruzione del Cerro Negro, avvenuta nel 1992, è durata quasi una settimana.
Si racconta che il popolo portasse per le strade statue della Vergine e si riversasse nelle chiese a pregare, ma alla fine, come sempre, il vulcano decideva di smettere di ruggire. In tutte le città del mondo, compresa Leòn, ci sono angoli in cui “le cose accadono”. León è piena di angoli in cui vale la pena soffermarsi un po’, restare a guardare e da cui poi proseguire. Questa città, che tradizionalmente organizza la propria vita intorno alla sua importante università, è piena di attività tipiche del luogo ed è abitata da un popolo che vive di cultura. Non c’è da meravigliarsi che i cittadini di León siano orgogliosi delle loro chiese in stile coloniale, perché se c’è una città in Nicaragua che c’immerge completamente in questa tipologia architettonica, questa è León.
Il sorprendente e ben conservato intrico di facciate di chiese, fra cui La Recoleccion, in perfetto stile barocco, è da togliere il fiato. Sotto il pavimento del suo immacolato ingresso riposano i resti di Ruben Dario, la figura letteraria più celebre del Nicaragua. La tradizione religiosa popolare è un altro degli affascinanti aspetti di questa importante città, soprattutto durante le festività pasquali, in cui le scene sacre vengono riccamente decorate e splendidamente esposte al pubblico. Non si passa per Leòn senza tentare l’ascesa al Cerro Negro. Per farlo bisogna arrampicarsi per circa un’ora lungo un
pendio roccioso, per poi ridiscendere dall’altro versante, coperto da sabbia e ceneri vulcaniche. La cosa migliore è affrontare il percorso che conduce a valle, a piccoli balzi in linea retta, rapidamente, così che i piedi possano piantarsi saldamente nel terreno, senza correre il rischio di rotolare giù. L’alternativa per raggiungere il campo base è di buttarsi a capofitto seduti su di uno snowboard artigianale che, salvo cadute, ti consente di farlo in poche decine di secondi. Arrivare alla radura da cui ha inizio il sentiero che porta al Cerro Negro non è una passeggiata, a bordo di un camion 4x4, percorrendo una pista a dir poco dissestata.
Lasciata Leon, la “carretera” conduce a Granada, città coloniale per eccellenza. Per diversi periodi è stata teatro di saccheggi da parte di pirati e filibustieri, che hanno devastato i Caraibi nei secoli XVII, XVIII, e XIX. Fondata nel 1524 dal Capitano Francisco Hernandez de Cordoba fra la città indigena di Xalteva e le rive frastagliate del Lago Cocibolca, è uno dei centri più antichi del Continente Americano, ancora oggi ubicata nello stesso luogo in cui è sorta. Un ottimo sistema per ammirare la bellezza delle sue vibranti architetture è quello di affittare una carrozza trainata da cavalli e raggiungere il centro della città.
Il tintinnio delle campanelle dei gelatai, il rumore dei cavalli e delle carrozze, la soavità della lingua dei locali sono indizi inequivocabili. Fare una passeggiata nel tardo pomeriggio, quando la tonalità della luce del sole inizia a essere calda, salire sul campanile della cattedrale per ammirare l’indescrivibile tramonto, incrociare il sorriso delle giovani che portano sulla testa ceste di vimini, addentrarsi nei vicoli più pittoreschi quando le porte delle case in stile coloniale cominciano a spalancarsi e le persone ad affacciarsi lungo le strade, accomodandosi nelle loro sedie a dondolo e restando a guardare la vita notturna che si anima, sono emozioni uniche ed irripetibili.
Lasciata Granada, si fa rotta verso l’Oceano Pacifico, fino a raggiungere San Juan del Sur, uno dei luoghi più turistici del Nicaragua. Anche qui la gente è ospitale e disponibile ad offrirvi tutte le informazioni di cui avrete bisogno. La vista dall’alto delle colline circostanti è mozzafiato e ben vale la salita. San Juan è anche nota per essere il “paradiso” dei surfisti, ci sono infatti diverse spiagge che offrono ottime opportunità per praticare questa disciplina; la più nota è Playa Maderas che dista circa 20 minuti dalla città. Numerose anche le possibilità di uscire in barca per procurarsi la cena, piuttosto che comprare semplicemente il pesce o le aragoste dai pescherecci di
ritorno dalla pesca. Per la serata non resta che confondersi nella folla spensierata dei giovani turisti, tra risto-pub e discoteche il divertimento è assicurato. L’indomani il giorno più atteso, il trasferimento ad Ometepe, l’isola lacustre più grande del mondo. Due ampie montagne congiunte da una sottile striscia di terra che conferiscono a questo luogo particolare l’aspetto di un otto gigantesco. Il nome Ometepe deriva dalla parola in lingua Nahuatl “ometeptl” che significa letteralmente “due montagne” e non è difficile immaginare, trovandosi in America Centrale, che queste siano proprio due enormi vulcani, Conception e Maderas.
A Moyogalpa, i taxi confluiscono all’uscita del porto in cerca di clienti che via via riempiono i veicoli. Altagracia è la seconda città più importante del paese. Dopo aver percorso parte dell’unica strada che corre attorno all’isola si raggiunge questa quieta cittadina, con un bel parco ubicato nel centro della città, le case in stile coloniale e le antiche sculture preispaniche che fanno bella mostra di sé nel patio della Chiesa di San Diego.
Gli uccelli che vivono attorno al lago volano sulle sue rive offrendo un piccolo anticipo dello spettacolo naturale che ci attende nell’isola di Ometepe, considerata una delle riserve naturali più importanti del Nicaragua. Il tempo scorre lentamente ed il suo ritmo è piacevole e rilassante. Mette amarezza rientrare, e como dirian los nicaraguenses “Deacachimba”.