Elisir DI LUNGA VITA
Non solo mare. A sud di Salerno il Cilento è una terra antichissima, n siti archeologici conosciuti, tesori naturalistici protetti e un patrimonio gastronomico invidiato nel mondo. Qui si vive bene e si vive a lungo. Parola dell'UNESCO.
Campania, Cilento. Prima di tutto sgomberiamo il campo dagli equivoci in cui spesso si incorre per colpa della assonanza. Il Cilento, in Campania, di cui parliamo qui, è cosa diversa dal Salento, altra bellissima terra che invece si trova in Puglia. Tornando in Campania, invece, a sud di Salerno, entriamo nel Cis Alentum “al di qua dell’Alento” da cui Cilento. Il fiume Alento non segna più il confine geografico del territorio, ma il nome è rimasto. Per descrivere il Cilento potremmo cominciare a parlare di storia, a partire dalle Sirene che avevano dimora proprio sull’isoletta davanti a Punta Licosa e per cui Ulisse, per non sentire il loro canto ammaliatore, si fece legare all’albero della propria nave. Oppure potremmo scrivere di cultura, con i siti archeologici di Paestum e Velia che ha fatto si che l’UNESCO, nel 1998, iscrivesse l’intero territorio cilentano tra i siti Patrimonio dell’Umanità. Ma queste sono cose conosciute. Invece quello che è poco conosciuto riguardo al Cilento è la connessione con un medico, biologo e fisiologo americano, Ancel Benjamin Keys che ha legato il suo nome alla formulazione delle famose Razioni K durante la seconda guerra mondiale, la base per l’alimentazione di sussistenza dell’esercito americano.
E cosa c’entra col Cilento il signor Keys? C’entra, c’entra. Negli anni 60 scelse Pioppi, piccola località costiera tra Acciaroli e Casal Velino, come sua residenza e ci rimase per 40 anni. Durante quel periodo studiò accuratamente l’alimentazione della popolazione locale, colpito dalla longevità e dall’ottima salute di quella gente a cui si era mescolato. Giunse alla conclusione che la dieta locale era la chiave. Nasceva così la “dieta mediterranea” come modello dell’alimentazione perfetta. L’olio, la pasta, la frutta, il pesce, la base dell’alimentazione “povera” cilentana erano i mattoni della vita sana della gente del posto.
Il Cilento quindi, pochi lo sanno, è la culla della Dieta Mediterranea, poi allargatasi un po’ a tutto il Sud Italia. La consacrazione definitiva è arrivata nel 2010 quando questo territorio è stato inserito tra i luoghi della Dieta Mediterranea e iscritto nel patrimonio culturale immateriale dell’umanità. La mozzarella di bufala è solo una delle specialità, forse la più conosciuta che si produce sul posto. Ma i fichi, freschi e secchi, le noci, il vino, l’olio sono l’oro cilentano. Poi ci sono chilometri e chilometri di spiagge lambite da un mare incontaminato, più volte insignito della Bandiera Blu.
Davanti a Paestum, la cittadina che ospita i famosi templi in perfetto stato di conservazione, si snodano spiagge soffici di sabbia dorata alle cui spalle una fitta pineta offre protezione dal sole estivo e si presta come percorso da jogging o profumatissima area per picnic. Ma il Cilento è molto altro ancora. Andate a scoprire, è proprio il caso di dirlo, un’area naturalistica di una bellezza impressionante, nei pressi del paesino di Morigerati, le gole del Bussento, oasi WWF. Il Bussento è un fiume nervoso, blu intenso, che per un tratto di 5 km corre sottoterra per poi riapparire proprio nei pressi di Morigerati, formando canyon e
cascatine in mezzo ad una natura esplosiva tanto che sembra di essere da qualche parte in Canada. Oppure vale la pena di fare una deviazione per Casaletto Spartano dove anche qui, un altro fiumiciattolo, il Bussentino, un affluente del Bussento di cui abbiamo appena detto, forma le famose cascate dei Capelli di Venere. Al di là del romantico richiamo ai capelli della divinità, in realtà il nome si deve alla presenza della Capelvenere, una felce rigogliosa che ha colonizzato l’area. Fin qui abbiamo parlato di meraviglie della natura, del mare e dei fiumi. Le meraviglie del Cilento non sono solo sparpagliate alla luce del sole.
Nel comune di Castelcivita un complesso di grotte carsiche si estende per 4800 metri all’interno del sottosuolo. Ad oggi solo 1700 metri sono comodamente visitabili, ma bastano e avanzano per capire quanto la natura possa essere artista sublime, se lasciata in pace a lavorare. In questo caso la mano artefice di tanta e tale bellezza è l’acqua che ha creato, nel tempo, sale ricamate da stalattiti e stalagmiti dagli incredibili colori e forme. Le grotte di Castelcivita, estese come sono nelle viscere dei Monti Alburni, sono uno dei più vasti complessi speleologici dell’Italia meridionale. Ma c’è un capolavoro dell’uomo che da solo vale il viaggio in
Cilento. Ai confini orientali del Parco Nazionale sorge la Certosa di San Lorenzo o più comunemente nota come Certosa di Padula. Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 1998, la Certosa, con i suoi 51.000 metri quadrati, è la più grande d’Italia e, in Europa, seconda solo alla Grande Chartreuse, la casa madre dell’ordine dei Certosini che si trova nelle Alpi francesi 30 km a nord di Grenoble. Il chiostro grande, però, è il più esteso di tutti. Troppo poco spazio per descriverla qui. E’ un’opera che lascia impietriti per le dimensioni e la ricchezza degli interni, in particolare la Chiesa, un trionfo del barocco. Insomma, il Cilento vale la pena di essere scoperto.