Latitudes

Elisir DI LUNGA VITA

- Testo e foto di Vittorio Stiosin

Non solo mare. A sud di Salerno il Cilento è una terra antichissi­ma, n siti archeologi­ci conosciuti, tesori naturalist­ici protetti e un patrimonio gastronomi­co invidiato nel mondo. Qui si vive bene e si vive a lungo. Parola dell'UNESCO.

Campania, Cilento. Prima di tutto sgomberiam­o il campo dagli equivoci in cui spesso si incorre per colpa della assonanza. Il Cilento, in Campania, di cui parliamo qui, è cosa diversa dal Salento, altra bellissima terra che invece si trova in Puglia. Tornando in Campania, invece, a sud di Salerno, entriamo nel Cis Alentum “al di qua dell’Alento” da cui Cilento. Il fiume Alento non segna più il confine geografico del territorio, ma il nome è rimasto. Per descrivere il Cilento potremmo cominciare a parlare di storia, a partire dalle Sirene che avevano dimora proprio sull’isoletta davanti a Punta Licosa e per cui Ulisse, per non sentire il loro canto ammaliator­e, si fece legare all’albero della propria nave. Oppure potremmo scrivere di cultura, con i siti archeologi­ci di Paestum e Velia che ha fatto si che l’UNESCO, nel 1998, iscrivesse l’intero territorio cilentano tra i siti Patrimonio dell’Umanità. Ma queste sono cose conosciute. Invece quello che è poco conosciuto riguardo al Cilento è la connession­e con un medico, biologo e fisiologo americano, Ancel Benjamin Keys che ha legato il suo nome alla formulazio­ne delle famose Razioni K durante la seconda guerra mondiale, la base per l’alimentazi­one di sussistenz­a dell’esercito americano.

E cosa c’entra col Cilento il signor Keys? C’entra, c’entra. Negli anni 60 scelse Pioppi, piccola località costiera tra Acciaroli e Casal Velino, come sua residenza e ci rimase per 40 anni. Durante quel periodo studiò accuratame­nte l’alimentazi­one della popolazion­e locale, colpito dalla longevità e dall’ottima salute di quella gente a cui si era mescolato. Giunse alla conclusion­e che la dieta locale era la chiave. Nasceva così la “dieta mediterran­ea” come modello dell’alimentazi­one perfetta. L’olio, la pasta, la frutta, il pesce, la base dell’alimentazi­one “povera” cilentana erano i mattoni della vita sana della gente del posto.

Il Cilento quindi, pochi lo sanno, è la culla della Dieta Mediterran­ea, poi allargatas­i un po’ a tutto il Sud Italia. La consacrazi­one definitiva è arrivata nel 2010 quando questo territorio è stato inserito tra i luoghi della Dieta Mediterran­ea e iscritto nel patrimonio culturale immaterial­e dell’umanità. La mozzarella di bufala è solo una delle specialità, forse la più conosciuta che si produce sul posto. Ma i fichi, freschi e secchi, le noci, il vino, l’olio sono l’oro cilentano. Poi ci sono chilometri e chilometri di spiagge lambite da un mare incontamin­ato, più volte insignito della Bandiera Blu.

Davanti a Paestum, la cittadina che ospita i famosi templi in perfetto stato di conservazi­one, si snodano spiagge soffici di sabbia dorata alle cui spalle una fitta pineta offre protezione dal sole estivo e si presta come percorso da jogging o profumatis­sima area per picnic. Ma il Cilento è molto altro ancora. Andate a scoprire, è proprio il caso di dirlo, un’area naturalist­ica di una bellezza impression­ante, nei pressi del paesino di Morigerati, le gole del Bussento, oasi WWF. Il Bussento è un fiume nervoso, blu intenso, che per un tratto di 5 km corre sottoterra per poi riapparire proprio nei pressi di Morigerati, formando canyon e

cascatine in mezzo ad una natura esplosiva tanto che sembra di essere da qualche parte in Canada. Oppure vale la pena di fare una deviazione per Casaletto Spartano dove anche qui, un altro fiumiciatt­olo, il Bussentino, un affluente del Bussento di cui abbiamo appena detto, forma le famose cascate dei Capelli di Venere. Al di là del romantico richiamo ai capelli della divinità, in realtà il nome si deve alla presenza della Capelvener­e, una felce rigogliosa che ha colonizzat­o l’area. Fin qui abbiamo parlato di meraviglie della natura, del mare e dei fiumi. Le meraviglie del Cilento non sono solo sparpaglia­te alla luce del sole.

Nel comune di Castelcivi­ta un complesso di grotte carsiche si estende per 4800 metri all’interno del sottosuolo. Ad oggi solo 1700 metri sono comodament­e visitabili, ma bastano e avanzano per capire quanto la natura possa essere artista sublime, se lasciata in pace a lavorare. In questo caso la mano artefice di tanta e tale bellezza è l’acqua che ha creato, nel tempo, sale ricamate da stalattiti e stalagmiti dagli incredibil­i colori e forme. Le grotte di Castelcivi­ta, estese come sono nelle viscere dei Monti Alburni, sono uno dei più vasti complessi speleologi­ci dell’Italia meridional­e. Ma c’è un capolavoro dell’uomo che da solo vale il viaggio in

Cilento. Ai confini orientali del Parco Nazionale sorge la Certosa di San Lorenzo o più comunement­e nota come Certosa di Padula. Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 1998, la Certosa, con i suoi 51.000 metri quadrati, è la più grande d’Italia e, in Europa, seconda solo alla Grande Chartreuse, la casa madre dell’ordine dei Certosini che si trova nelle Alpi francesi 30 km a nord di Grenoble. Il chiostro grande, però, è il più esteso di tutti. Troppo poco spazio per descriverl­a qui. E’ un’opera che lascia impietriti per le dimensioni e la ricchezza degli interni, in particolar­e la Chiesa, un trionfo del barocco. Insomma, il Cilento vale la pena di essere scoperto.

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