— Thomas Ruff
ARTISTA
Zell am Harmersbach (Germania), 1958 Vive e lavora a Düsseldorf, dove ha frequentato l’Accademia di Belle Arti, specializzazione fotografia. I grandi ritratti di studenti suoi coetanei – sguardo inespressivo e occhi puntati all’obiettivo – lo rendono famoso. Negli anni, poi, approccia metodi stilistici sempre diversi, convinto che la fotografia sia in grado di catturare solo la superficie delle cose. Così, si concentra sulla costruzione dell’immagine, che manipola in fase di stampa anche con interferenze di colore. Ha esposto worldwide, da New York a Seoul.
Perché abita a Düsseldorf?
Sono venuto qua per studiare alla Kunstakademie.
Che tipo di città è?
Medie dimensioni: non grande, non piccola, perfetta per lavorare con la fotografia.
Dove si trova la sua casa?
Al confine tra una zona residenziale e una industriale sulla Hansaallee, una strada molto lunga.
Ce la descrive?
Grandi dimensioni, pareti bianche. Dentro ci sono opere d’arte contemporanea e i lavori in Lego delle mie due figlie.
Nessuna foto sua alle pareti?
No, preferisco metterle nel cassetto. In casa c’è molta luce e le immagini sono troppe.
Qual è la luce perfetta per un fotografo?
Non c’è la luce perfetta. Dipende sempre dalla situazione.
Ci racconta delle due personali di Londra e Monaco di Baviera, ad aprile?
Per entrambe il tema principale è la scomparsa dei negativi nell’epoca della digitalizzazione della fotografia.
Qualche progetto in Italia?
Ci sarà una mostra sulla Scuola di Fotografia di Düsseldorf al Palazzo delle Esposizioni di Roma, ma non è ancora stata fissata la data.
Il suo prossimo lavoro...
Nessuna idea. Vedremo.