PROMENADE LE CORBUSIER
Charles-Edouard Jeanneret-Gris, svizzero di La Chaux-de-Fonds, apre il suo studio in città nei ruggenti anni Venti. Si sceglie il nome di battaglia di Le Corbusier e decide che rivoluzionerà il modo di intendere (e costruire) case, palazzi, metropoli. Il suo volto è stampato sulle banconote da dieci franchi della Confederazione Elvetica, eppure molti continuano a considerarlo un architetto francese. Non sorprende che a commemorare il cinquantesimo della sua scomparsa, quest’anno, sia una retrospettiva al Centre Pompidou, Le Corbusier. Mesures de l’homme. Per conoscere meglio l’architetto del Modulor bisognerebbe fare visita anche alla sua fondazione presso la Maison La RocheJeanneret, dove sono custoditi lettere, fotografie e disegni. Tappa successiva di un ideale Corbu-tour, dice il direttore Michel Richard, è l’Immeuble Molitor. «L’ultima casa di Le Corbusier è estremamente sobria. Prima che l’opera, aiuta a comprendere l’uomo. Dipingeva, cenava solo con la moglie, conduceva una vita molto modesta». Si definiva un vecchio orso, o un monaco, ma era sempre affamato di prestigio e di incarichi. A Parigi, oltre all’Immeuble Molitor e la Maison La Roche, ha lasciato i padiglioni brasiliano e svizzero nel Campus della Cité Universitaire, Villa Ozenfant nel 14esimo e la Cité de Refuge, in restauro fino al 2016. È in rifacimento anche la péniche Louise-Catherine, un barcone di cemento che Le Corbusier trasformò in rifugio galleggiante per conto dell’Armata delle Salute. Tre amici l’hanno salvato dalla demolizione. Sono Francis Kertekian, Jean-Marc Domange et Charles Firmin-Didot e hanno affidato il progetto di ripristino ad ACYC Architectes. La nuova péniche ospiterà incontri, mostre e residenze d’artista, oltre a un bar e forse un ristorante. Apertura prevista: agosto 2015.