—Grégoire Alexandre
FOTOGRAFO Rouen, 1972
Ti presenti?
Cresciuto in Normandia, ho studiato fotografia ad Arles e cinema a Parigi, dove mi sono trasferito. Da allora lavoro qui, a Londra, Milano e New York, scattando per riviste ( Wallpaper, Esquire UK, Libération e GQ France), musicisti (Étienne Daho, Charlotte Gainsbourg, Yann Tiersen) e fashion brand (da Issey Miyake a Moncler). Amo spaziare nei generi e ogni foto è una sfida. Ho una tendenza all’astrazione e come un illusionista creo situazioni surreali, mescolando diversi livelli di realtà.
Dove abiti?
Nel decimo arrondissement, sulla Rive Droite. Il quartiere prende il nome dall’arco di Porte Saint-Martin. Vivo con la mia ragazza in una casa d’epoca con travi di legno a vista.
Che stile nelle stanze?
È un mix: combina gusti diversi, prevale la semplicità. La nostra stanza preferita ha alti soffitti e una libreria che corre lungo la parete. In camera da letto, pochi mobili, un tappeto rosa pallido e una boiserie di legno scuro. Nello studio, c’è un trionfo di piatti in legno e marmo progettati dal designer Clemence Seilles.
Il rapporto tra moda, architettura e design?
In cinque parole: forma, spazio, luce, funzione, sfida.
Dove sogni di vivere?
Non lo so davvero, ma da quando ho studiato lì, ho sempre desiderato una casa ad Arles (forse un giorno).
Il tuo ultimo shooting e il prossimo?
Sto scattando in Borgogna un advertising per Instagram. Poi andrò in cerca dei maharaja in Rajasthan.
A proposito di Instagram, chi segui?
Amici e parenti, altri fotografi, alcune riviste e i profili sconosciuti che mi ispirano.
Come sarà la casa del futuro?
Spero che qualcuno inventi un’abitazione irresistibile come i ’chouquettes’, i bignè di pâte à choux che adoro. GREGOIREALEXANDRE.COM