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IL BARONE RAMPANTE

L’ARCHITETTO INGLESE, AUTORE CON RENZO PIANO DEL CENTRE POMPIDOU, VIVE IN UNA TOWNHOUSE MONUMENTAL­E, CON UN SOGGIORNO DI CENTO METRI QUADRATI CHE CHIAMANO ‘LA PIAZZA’. è IL CUORE DELLA FAMIGLIA E DELLA SUA CARRIERA

- TESTO — ELISABETTA COLOMBO FOTO — KATE MARTIN

Nei giorni tranquilli, in questa casa londinese di Chelsea ci sono bambini arrampicat­i sulle scale e altri che suonano sotto le stampe di AndyWarhol, amici in visita, telefoni che squillano, tre, quattro conversazi­oni in simultanea in lingue diverse, zuppe e paste che cuociono sui fornelli della grande cucina a isola. E lì, a sovrintend­ere il tutto, un sorridente signore di 85 anni, vestito con camicia verde, pantaloni blu e bretelle azzurre. Richard Rogers, o Baron Rogers come pomposamen­te lo chiamano da queste parti, è uno degli architetti più visionari della sua generazion­e, autore di alcuni progetti-icona del XX secolo: dal Lloyd’s Building nella City al Millennium Dome sulle rive del Tamigi, alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, in quel di Strasburgo. Ma è anche marito di Ruth – chef e ristoratri­ce del River Cafe –, padre di cinque figli e nonno di tredici nipoti. «Assieme al mio lavoro, la famiglia è la cosa più importante», racconta nel suo italiano ormai inglesizza­to. «Se non parlo con mia moglie almeno sei volte, la giornata finisce sempre per essere un disastro». I due, infatti, si muovono all’unisono (fanno addirittur­a ginnastica assieme) tonificati da una relazione espansiva e amichevole proprio come gli ambienti dove vivono. Visto da fuori, l’imponente edificio all’angolo tra Royal Avenue e St Leonard’s Terrace è un tipico esempio in stile georgiano con facciata bianca e proporzion­i regolari.

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