Living

DANCING IN THE BLUE

IL VILLINO LIBERTY DI UNA BALLERINA COREOGRAFA GIOCA SULLE CONTAMINAZ­IONI E PUNTA SUL COLORE «COME UNA DANZA CLASSICA DAGLI ACCENTI CONTEMPORA­NEI»

- Testo Luigina Bolis

«Che ne dici di un color carta da zucchero? ‘Tutta la vita’, ho risposto senza nemmeno pensarci a Daniele Daminelli, di Studio 2046. Convincere mio marito è stato di gran lunga più faticoso». Melissa Valtulini racconta di come si sono ritrovati in questa casa interament­e dipinta di un azzurro ancora più scuro, «chi diceva blu, chi carta da zucchero, chi verde smeraldo… Arrivare a un compromess­o con gli imbianchin­i è stata un’impresa», ride. Ma l’obiettivo l’hanno centrato. Con Federico e i piccoli Leonardo e Pietro vivono in questo antico villino dalla fine di agosto. Un bell’edificio Liberty nel centro di Treviglio – tra Milano e Bergamo – costruito nel 1924 da una committenz­a audace, che al posto delle strette finestre in stile ha voluto grandi vetrate dal sapore industrial­e. Del progetto di interior e ristruttur­azione si è occupato Daniele Daminelli di Studio 2046. Cresciuto alla scuola del duo Dimore Studio, da un anno progetta da solo. Gli interni sono una specie di palestra che rinforza la sua vena creativa e arricchisc­e 2046, la linea di arredi nata l’anno scorso durante il Fuori Salone milanese: «È un percorso parallelo che mi fa evolvere su piani diversi», racconta. Durante i lavori ha visto la luce Melissa, una lampada tubolare al neon, dichiarato omaggio a Dan Flavin, che corre lungo tutti e tre i piani della scala creando un’atmosfera che ricorda gli allestimen­ti dell’artista statuniten­se a Villa Panza di Varese. In realtà, tutto quello che si vede è il risultato degli sguardi incrociati di Daniele e Melissa, ballerina, coreografa e regista. «La danza è la mia vita, tutto ciò che si esprime con il movimento mi interessa», dice. Con la sua casa è andata più o meno così: per qualche mese è stata una coreografi­a da scrivere liberament­e, partendo da un canovaccio fatto di ampie stanze, cementine grigie e rosse ritirate a lucido e pavimenti di graniglia distrutti e ricostruit­i con materiali high-tech molto fedeli

agli originali. Daminelli ci ha messo la sua passione sfrenata per il design d’autore che si ritrova in ogni angolo della residenza. Insieme al suo collaborat­ore Alberto Zordan è andato a caccia di arredi in giro per l’Europa e questa volta nel bottino è entrato il cosiddetto ‘pezzo da novanta’: «È la testiera del letto disegnata da Gio Ponti per l’Hotel Royal Continenta­l di Napoli. Da sola ha arredato la stanza», racconta Daniele, progettist­a attento a bilanciare il 900 con guizzi del presente: «Nel salotto principale, per esempio, ai divani di Josef Hoffmann dei primi del Novecento e alle piantane di Hans Agne Jakobsson fanno da contraltar­e le appliques in ottone e vetro satinato che ho disegnato per la mia collezione 2046». In una vera e propria danza fatta di lunghe telefonate, confronti e ripensamen­ti Daniele e Melissa hanno dato vita a un ambiente fresco, colorato e poetico simile a quello delle pièce che lei scrive per Libra, la sua compagnia. Il luogo più vissuto della casa è proprio lo studio: all’inizio doveva essere l’home office di Federico, marketing e digital social media manager, poi è diventata la stanza di tutta la famiglia, con i bimbi che si accoccolan­o sulle poltrone Lady di Zanuso mentre la mamma lavora allo spettacolo che andrà in scena ai primi di dicembre seduta a una scrivania di Gianfranco Frattini quasi sessant’anni fa. Soltanto la cucina è rimasta ‘neutra’, volutament­e contempora­nea: color tortora, l’ha disegnata Daniele, senza fronzoli. È qui che Federico si sbizzarris­ce con i suoi esperiment­i da self-made chef. «Stiamo bene oltre le aspettativ­e in questa casa», dice Melissa. «Sapevo che sarei stata nel mio elemento. Prima di iniziare i lavori, sono venuta qui con la mia radio portatile, ho messo su una canzone dei Crosby Stills Nash & Young e ho ballato davanti alle finestre dello studio. La casa mi aveva accolto». STUDIO2046.COM

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Uno scorcio della scala: l’installazi­one al neon Melissa della collezione Supermobil­e 2046 di Daniele Daminelli corre in verticale lungo i tre piani dell’abitazione. Chaise longue di Osvaldo Borsani per Tecno (a destra). La padrona di casa, Melissa Valtulini (sotto). Nello studio, scrittoio in noce di Gianfranco Frattini; lampade da tavolo Metal di Marcel Breuer e coppia di poltrone Lady di Marco Zanuso. Cementine originali degli Anni 20 (nella pagina accanto)
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