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A CASA DI VALERIO CAPO

CON SAM PRATT HA TRASFORMAT­O L’EX PALESTRA DI UNA SCUOLA NEL LORO APPARTAMEN­TO, E LA RICERCA ESTETICA IN UN LAVORO. NASCE COSÌ GALLERY FUMI «FA PARTE DI ME AL PUNTO CHE QUANDO ARRIVO A CASA A STACCARE NON CI PROVO NEMMENO»

- Lia Ferrari

Con il compagno Sam Pratt, abita in un’ex palestra londinese a Hoxton Square popolata di pezzi da collezione. Gli stessi in vendita nella loro Gallery Fumi, punto di riferiment­o per il design di ricerca

«Apriamo una galleria?». Per svoltare, a volte, basta farsi la domanda giusta. Se prima il sogno di Valerio Capo era cambiare vita, adesso è vivere la vita che si è costruito. Se gli chiedi come si vede tra dieci anni, ti risponde che vorrebbe continuare a fare quello che gli piace, ovvero occuparsi di Gallery Fumi insieme al suo partner Sam Pratt. Galeotta fu (anche) questa casa, ex palestra di una scuola elementare nel quartiere di Shoreditch, a est di Londra. È per arredarla e ristruttur­arla che tredici anni fa i due hanno cominciato a frequentar­e il mondo di architetti e designer, finendo per farne un’occupazion­e stabile. Valerio ai tempi era consulente di marketing, Sam lavorava in una banca d’affari nella

City, entrambi cercavano qualcosa di diverso. E Shoreditch era già in piena ‘gentrifica­zione’. Gallery Fumi ha aperto nel 2008. Il giorno dell’inaugurazi­one, ricorda il New York Times, l’Evening Standard titolava in prima pagina ‘Siamo in recessione’. Pessimo tempismo? Molte delle gallerie della zona chiusero i battenti di lì a poco. E quando nel 2012, dall’altra parte dell’oceano, abbassò la serranda Murray Moss (la design-art fatta persona), il dubbio che questo genere di collezioni­smo fosse al capolinea c’era. Le fiere dedicate, in realtà, hanno continuato a prosperare e crescere. E tra le gallerie rimaste aperte c’è proprio

Fumi, che nel frattempo si è trasferita nell’esclusivo quartiere di Mayfair. «La posizione per noi è vitale», spiega Valerio Capo, «il mercato di gallerie come la nostra è praticamen­te confinato al centro di Londra. È qui che ha casa la maggior parte dei nostri clienti, anche se magari non ci vive stabilment­e». Più cosmopolit­i che londinesi, insomma. Senza contare musei e istituzion­i che da Fumi fanno acquisti per le loro collezioni, dal Victoria and Albert di Londra al MoMa di San Francisco. Dopo il trasloco della galleria, Valerio e Sam hanno continuato ad abitare a Hoxton Square. «Siamo pendolari di lusso: da casa al lavoro ci può volere anche un’ora, ma non abbiamo mai pensato di cambiare. Vivere a East e lavorare aWest London, per noi, è l’ideale. Le due aree si

bilanciano e ci permettono di mantenere uno sguardo più ampio». Vita e lavoro restano tutt’uno. «Galleria Fumi fa così parte di me che quando arrivo a casa non ci provo neanche a staccare», spiega Valerio. «Il criterio con cui scegliamo i pezzi da esporre è lo stesso da sempre: tutto ciò che abbiamo in galleria vorremmo averlo a casa nostra. La mia concezione di bello e brutto è altrettant­o istintiva. Bello è ciò che voglio vicino a me. Brutto, quello che preferisco tenere a distanza». Per un certo periodo, prima del trasloco aMayfair, Hoxton Square è stata un’appendice della galleria. Molte mostre sono state fatte qui: lo spazio, un loft dai soffitti alti cinque metri, si prestava alla perfezione. «Le ho contate», dice Valerio, «questa è la dodicesima casa che cambio. È anche la mia preferita,

sarà che per me ha segnato l’inizio di un nuovo capitolo. Sicurament­e mi corrispond­e di più dell’appartamen­to vittoriano dove stavo prima». Il gallerista, nel caso di Fumi, è anche impresario. Tutti, o quasi, i pezzi che produce sono fatti a mano dagli artisti-designer che li hanno concepiti. Valerio e Sam ne finanziano la realizzazi­one seguendo il processo fino al prodotto finale. «Se scelgo di scommetter­e su un’idea è perché mi piace la sua raison d’être, il motivo per cui è stata concepita. Appurato questo, la qualità di esecuzione deve essere perfetta. Mi piace quando vengono impiegate tecniche inusuali, o recuperati antichi metodi di fabbricazi­one». Ne è un esempio il lavoro di LukasWegwe­rth che ‘ripara’ vecchie ceramiche facendo crescere cristalli di sale dentro le crepe. O il finlandese Tuomas Markunpoik­a con le sue armature rococò fatte di piccoli anelli d’acciaio, modellate su mobili di legno che poi vengono bruciati. Valerio le definisce «sculture funzionali, più arte che design». Ma le cose che non possono mancare a casa sua sono altre: musica, fiori, e – da bravo italiano (è nato a Paestum, in provincia di Salerno) – parmigiano e caffè.

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«IL CRITERIO CON CUI

SCEGLIAMO I PEZZI

DA ESPORRE È LO STESSO

DA SEMPRE: TUTTO CIÒ

CHE ABBIAMO IN GALLERIA

VORREMMO AVERLO

A CASA NOSTRA»

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 ??  ?? Il gallerista Valerio
Capo, originario di
Paestum, ritratto nel living della sua abitazione londinese. Sul tavolo di Andrea
Salvetti, vaso vintage di Vistosi
Il gallerista Valerio Capo, originario di Paestum, ritratto nel living della sua abitazione londinese. Sul tavolo di Andrea Salvetti, vaso vintage di Vistosi
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 ??  ?? In primo piano, un tavolino dell’artista Ernst Gamperl; dietro, lampada Fil de Fer di Catellani &
Smith e, a parete, scultura di Rowan Mersh (sopra). Nel soggiorno, tra le opere provenient­i dalla Gallery Fumi, campeggia il divano Boa dei fratelli Campana per Edra. Sgabelli in cemento e madia nera in polistiren­e di Max
Lamb. A parete, un grande specchio policromo di Sam Orlando Miller
In primo piano, un tavolino dell’artista Ernst Gamperl; dietro, lampada Fil de Fer di Catellani & Smith e, a parete, scultura di Rowan Mersh (sopra). Nel soggiorno, tra le opere provenient­i dalla Gallery Fumi, campeggia il divano Boa dei fratelli Campana per Edra. Sgabelli in cemento e madia nera in polistiren­e di Max Lamb. A parete, un grande specchio policromo di Sam Orlando Miller
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 ??  ?? Una panca in Tadelakt di Tuomas Markunpoik­a davanti alle grandi porte a soffietto in Douglas, utilizzate per dividere gli spazi dell’ex palestra.
Pavimento originale in assi di legno
Una panca in Tadelakt di Tuomas Markunpoik­a davanti alle grandi porte a soffietto in Douglas, utilizzate per dividere gli spazi dell’ex palestra. Pavimento originale in assi di legno
 ??  ?? Sam Capo Pratt ritratti e Valerio nel soggiorno della loro casa di Hoxton Square.
Il tappeto Clorindo Testa acquistato da Nilufar
Gallery è stato il primo pezzo colleziona­to da
Pratt e Capo
Sam Capo Pratt ritratti e Valerio nel soggiorno della loro casa di Hoxton Square. Il tappeto Clorindo Testa acquistato da Nilufar Gallery è stato il primo pezzo colleziona­to da Pratt e Capo
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Study O Portable, poltrona comprata in un mercato delle pulci e mobile in ottone a specchio di Paul Kelley (a sinistra). Sulla madia
Black Poly di Max Lamb, scultura in cemento
JamesPlumb e vaso di vetro blu di
Pieke Bergmans. Quadri di Kenneth Draper (nella pagina accanto)
Tavolino Fuzz di Study O Portable, poltrona comprata in un mercato delle pulci e mobile in ottone a specchio di Paul Kelley (a sinistra). Sulla madia Black Poly di Max Lamb, scultura in cemento JamesPlumb e vaso di vetro blu di Pieke Bergmans. Quadri di Kenneth Draper (nella pagina accanto)
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