— Luis Ridao
FOTOGRAFO Balcarce, Argentina, 1975 -» servizi a pag. 110 e 162
Dalle Pampas a Parigi?
Sono un ‘gaucho’ sulla Rive Gauche. Papà spagnolo e mamma brasiliana, lascio la città argentina di Balcarce, luogo di sterminate pianure a sud-est di Buenos Aires, per uno stage con Bruce Weber. Viaggiamo a Tokyo, New York, Parigi. Qui mi fermo e vivo tuttora, scattando per magazine come The World of Interiors e gli Architectural Digest e Vogue internazionali. Un mio fotolibro uscirà l’anno prossimo. La tua casa?
Come dicevo, ho sempre vissuto sulla riva sinistra. Con mia moglie, la fashion stylist Marina Gallo, e nostro figlio Bartolomé ci siamo da poco trasferiti nel VII arrondissement, rimanendo in centro a Parigi ma avvicinandoci alla Senna. L’appartamento è un classico haussmanniano, lasciato vuoto con pochi mobili e tanta luce. Che stile nelle stanze?
Essenziale, non fosse per il vasto guardaroba di mia moglie.
E più intimo della maggior parte degli interiors che ritraggo, con qualche pezzo di antiquariato e poco design. Come nella stanza del bimbo, con il lettino antico e i parati di Josef Frank. Per noi firmi il Grand Tour di Parigi.
A Parigi mi piace camminare, è una città per passeggiare.
Amo i vecchi bistrot che ti trasportano in un’altra epoca e le atmosfere rétro. Ma il posto preferito è il Pigalle Duperré
Basketball Court, un intervento di street art contemporaneo e inaspettato, che dimostra come grafica e colore possano dare gioia e rinnovare la città. Dove sogni di vivere?
In Patagonia, un luogo alla fine del mondo. Per ora ci sto realizzando un progetto fotografico. Racconto la vastità di questi spazi attraversati dalle Ande, divisi tra steppe, praterie e deserti argentini, tra fiordi glaciali e foreste pluviali cilene. Le abitazioni nel 2030?
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