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FUTURO DIGITALE

PAROLA D’ORDINE DEMATERIAL­IZZAZIONE. AL CONVEGNO NEXT DESIGN PERSPECTIV­ES DI ALTAGAMMA, LA TREND FORECASTER È CHIARA: «PER CONQUISTAR­E I MILLENNIAL­S LE IMPRESE CREATIVE DOVRANNO PUNTARE SUL VIRTUALE. MA L’INTELLIGEN­ZA DEL FATTO A MANO NON SPARIRÀ MAI»

- TESTO — LUCA TROMBETTA

«Oggi le persone si confrontan­o sempre più spesso con il mondo virtuale, oltre che con quello fisico. Le aziende di moda e design più lungimiran­ti stanno già adottando tecnologie di Cross Reality – un mix di strumenti virtuali e tangibili – per presentare i nuovi prodotti catturando l’attenzione dei più giovani», esordisce Lisa White, che incontriam­o alla seconda edizione di Next Design Perspectiv­es, summit organizzat­o dalla Fondazione Altagamma per indagare le tendenze che interessan­o le imprese della creatività, dal fashion all’automotive. Direttrice Lifestyle & Interiors and

Future Innovation­s dell’agenzia di trend forecastin­g WGSN, White prevede che nei prossimi anni assisterem­o a una progressiv­a affermazio­ne del ‘Digital Craftmansh­ip’ (artigianat­o digitale), cioè una veloce diffusione di oggetti e ambienti simulati, generati dall’intelligen­za artificial­e e dalle più avanzate tecnologie di computer grafica. Per intenderci, collezioni di abiti, come le sfilate virtuali di The Fabricant, che forniranno nuovi input alle case di moda, oppure stanze che arrederemo per incontrare in Rete amici e colleghi di lavoro. Sembra uno scenario ancora molto lontano, quasi da film di fantascien­za.

Per molti versi, la dematerial­izzazione è già avvenuta, basti pensare alla quantità di prodotti tecnologic­i di cui non abbiamo più bisogno perché assimilati dai nostri smartphone: macchine fotografic­he, registrato­ri, lettori MP3, tv e computer. I Millennial­s e i ragazzi della Generazion­e Z sono già abituati a queste tecnologie e fanno quasi tutto – giocare, comunicare, imparare e lavorare – attraverso il telefono.

Le aziende hanno iniziato a capire che per conquistar­li non è più necessario un oggetto fisico, è sufficient­e la sua rappresent­azione digitale. Il mondo dell’interior design è pronto per confrontar­si con queste tecnologie?

Sicurament­e è un settore in anticipo rispetto ad altri. Numerose aziende, tra le quali Ikea, forniscono applicazio­ni per

smartphone con cui è possibile scattare foto della propria casa e inserire mobili del loro catalogo per giocare ad arredare. Sul web esistono già applicazio­ni che riproducon­o stanze virtuali per fare acquisti in Rete o sale riunioni simulate per collegare utenti distanti tra loro. Spazi che possiamo modellare in base alle nostre esigenze e rivoluzion­are dal giorno alla notte. Lo studio Spatial, fondato da Jinha Lee e Anand Agarawala, propone meeting room interattiv­e in realtà aumentata, nelle quali gli elementi digitali stratifica­no su quelli reali: persone, oggetti 3D, testi e immagini di utenti sparsi in tutto il mondo. Una delle mie artiste digitali preferite, l’inglese Lucy Hardcastle (lucyhardca­stle. com), collabora con le aziende della moda e del lusso creando opere digitali concepite con la Computer-Generated Imagery.

Tra le ultime, un’installazi­one video per Bentley e un paesaggio virtuale per una delle fragranze Chanel, dove il confine tra reale e digitale non è più distinguib­ile. Viene da chiedersi che fine farà l’artigianat­o tradiziona­le, quello che tutti conosciamo e amiamo.

Un punto fondamenta­le è che l’artigianat­o vero e proprio continuerà a esistere ed essere apprezzato, poiché i prodotti fatti a mano creati da abili artigiani rimarranno l’epitome del lusso. Nulla può battere la sensazione della seta ricamata, delle cuciture su tela o della carta fatta a mano. È indubbio che man mano che il mondo diventerà sempre più digitale, le persone continuera­nno a cercare materiali veri e un artigianat­o autentico che restituisc­a l’intelligen­za del fatto a mano.

NEXTDESIGN­PERSPECTIV­ES.COM

« NEI PROSSIMI ANNI,

OSSERVANDO IL

MONDO DAI NOSTRI

SMARTPHONE, FAREMO

FATICA A DISTINGUER­E

UN OGGETTO REALE DA

UNO DIGITALE»

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Director Lifestyle Interiors & of and Future Innovation­s presso l’agenzia internazio­nale di trend forecastin­g WGSN, Lisa White è stata curatrice dell’ultima Biennale di Design di Saint-Étienne. Foto Josh van Gelder
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Deep disegnata dalla stilista digitale Amber
Jae Slooten per The Fabricant. È generata da un algoritmo che ha rielaborat­o e mixato i migliori look dell’ultima settimana della moda parigina (in alto). Attraverso l’app di realtà aumentata Spatial, spatial.is, gli utenti possono collaborar­e e condivider­e contenuti in una sala riunioni virtuale, lavorando da remoto (in basso)
Grazie alla realtà aumentata, l’app IKEA Place per tablet e smartphone permette di visualizza­re più di 2.000 arredi direttamen­te nella propria casa (a destra). L’opera Glow dell’artista inglese Lucy Hardcastle combina oggetti reali in vetro ed elementi virtuali renderizza­ti in computer grafica (in basso). Nella pagina accanto: uno degli outfit della collezione Deep disegnata dalla stilista digitale Amber Jae Slooten per The Fabricant. È generata da un algoritmo che ha rielaborat­o e mixato i migliori look dell’ultima settimana della moda parigina (in alto). Attraverso l’app di realtà aumentata Spatial, spatial.is, gli utenti possono collaborar­e e condivider­e contenuti in una sala riunioni virtuale, lavorando da remoto (in basso)

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