FEDERICO FELLINI
Cent’anni dalla nascita del riminese Federico Fellini (1920). La rinascita di Rimini passa innanzitutto dalla valorizzazione di un legame speciale col suo cittadino e regista mito. Per il maestro la città era ‘dimensione della memoria’, esplorata in film come Amarcord. Dunque il centenario si è rivelato l’occasione perfetta per allestire il più grande percorso felliniano di sempre: il Museo Fellini non è un luogo da visitare ma un mondo dove immergersi. Prima tappa nelle sale restaurate del quattrocentesco Castel Sismondo, che Studio Azzurro ha trasformato in surreali set felliniani con materiali scenici originali e contenuti multimediali. Poi c’è il Cinema Fulgor, ricavato nel Palazzo Valloni e appena rimesso a nuovo con un foyer (a cui ha collaborato lo scenografo Dante Ferretti) ispirato alle atmosfere hollywoodiane degli anni Trenta. Su tre livelli, accoglie la Casa del Cinema, con un open space per la consultazione archivistica, una stanza dedicata alla cultura felliniana e, all’ultimo, un mini cinema che proietta no-stop 24 suoi film. Il gran finale? La rinata piazza Malatesta, a ridosso del celebre Teatro
Galli, cuore del Circ’Amarcord: una ‘piazza dell’immaginario e delle arti’ arredata con installazioni site-specific ispirate alla Rimini amata dal regista. Una realtà inafferrabile, visto che lui stesso la definiva «un pastrocchio pauroso e tenero, con questo grande respiro, questo vuoto aperto del mare». Sulla Palata, il lungo molo verso l’Adriatico, si scatenavano i ‘vitelloni’ davanti al mitico Grand Hotel, residenza di Fellini negli anni della fama, in fuga dal caos romano.