Living

LA FORTUNA DI VIVERE QUI

- TESTO OLIVIA FINCATO FOTO ADRIAN GAUT

Tutto firmato Frank Lloyd Wright, anche il divano. «I toni sono quelli densi e caldi della natura intorno», dice la designer Sarah Magness. Ha lasciato New York per trasferirs­i in una delle poche Usonian House dell’Hudson Valley. «È come se avessi ricevuto il testimone di un’eredità. Più passa il tempo, più la scopro»

«Studia la natura, ama la natura, stai vicino alla natura. Non ti tradirà mai». Di questa frase di Frank LloydWrigh­t, l’interior designer Sarah Magness ha fatto il suo imperativo. Da un anno ha lasciato Manhattan per la natura dell’Hudson Valley, trasferend­osi a tempo pieno in una delle poche Usonian House progettate dall’architetto americano fuori New York. «A soli 30 minuti dalla città è possibile vivere nel mezzo della foresta», racconta Magness, seduta sul divano originale anni Cinquanta disegnato per la casa da Frank LloydWrigh­t: «L’ho ereditato quando ho comprato la residenza, sette anni fa. Non l’ho mai cambiato», sorride orgogliosa. «Oltre all’abitazione, Wright progettò anche gli elementi d’arredo. Il tessuto del divano, con queste tonalità calde e dense, riprende quelle della natura circostant­e». Frank LloydWrigh­t aspirava a creare uno stile americano e democratic­o (la parola Usonia è l’acronimo di United States of North America). Le sue case usoniane, in gran parte completate o costruite nel secondo dopoguerra come questa, sono la risposta alla grande depression­e che colpì l’America alla fine degli anni Venti. Unifamilia­ri, economiche, caratteriz­zate da uno sviluppo orizzontal­e si distinguon­o per l’uso di materiali strettamen­te legati al luogo, come il legno di mogano, e per la ricerca di un costante dialogo tra interno e esterno. «Quando la acquistai fui subito consapevol­e della responsabi­lità di preservarl­a, di mantenerla integra. È come se avessi ricevuto il testimone di un’eredità importante. Molti mi chiedono come riesca a vivere in una casa con cucina e bagni di sessant’anni fa. Io lo trovo un lusso. Non ho cambiato nulla dell’architettu­ra originale, ho solo restaurato il tetto per problemi di infiltrazi­one e cambiato gli elettrodom­estici». Se all’inizio la sua Usonian House era il rifugio intimo del fine settimana dove staccare con la figlia, da quando Magness si è trasferita stabilment­e nell’Hudson Valley, l’opera architetto­nica di Wright è diventata un luogo conviviale dove ospitare gli amici. «Più il tempo passa, più la scopro. Il salotto è la stanza che preferisco. Le finestre su tre lati permettono di avere un rapporto simbiotico con la foresta. Ora che vivo qui a tempo pieno, assisto sorpresa al mutare delle stagioni». La luce naturale gioca un ruolo fondamenta­le. Mentre il sole attraversa il cielo, la percezione degli spazi cambia di continuo: «Le finestre incornicia­no l’ambiente, una lezione di cui sicurament­e terrò conto nel mio lavoro», dice l’interior designer. «La casa non è grande, ma ha la capacità di massimizza­re i punti di vista. Mi piace creare diverse esperienze all’interno della stessa stanza,

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Magness, 44 anni da compiere, ritratta in salotto (a sinistra). Nella sala da pranzo in legno di mogano, attorno al tavolo d’epoca, sedie modello 78 di JL
Møllers, DWR. Tappeto di Sacco Carpet (nella pagina accanto).
Nel living, seduta in legno e pelle Lars da
Room&Board.
Il divano è stato progettato per la casa da Frank Lloyd Wright negli anni Cinquanta.
Cuscini di Aero Studios e di Fortuny. A parete, stampa giapponese di antiquaria­to, da
Gracie New York.
Poltroncin­e Anni 50 di
T.H. Robsjohn-Gibbings, da BK Antiques New
York, come la coppia di sgabelli imbottiti in primo piano. Tappeto marocchino in lana di Sacco Carpet (in apertura)
L’interior americana designer Sarah Magness, 44 anni da compiere, ritratta in salotto (a sinistra). Nella sala da pranzo in legno di mogano, attorno al tavolo d’epoca, sedie modello 78 di JL Møllers, DWR. Tappeto di Sacco Carpet (nella pagina accanto). Nel living, seduta in legno e pelle Lars da Room&Board. Il divano è stato progettato per la casa da Frank Lloyd Wright negli anni Cinquanta. Cuscini di Aero Studios e di Fortuny. A parete, stampa giapponese di antiquaria­to, da Gracie New York. Poltroncin­e Anni 50 di T.H. Robsjohn-Gibbings, da BK Antiques New York, come la coppia di sgabelli imbottiti in primo piano. Tappeto marocchino in lana di Sacco Carpet (in apertura)
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