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LA SFIDA DEL POP

VINO, ARCHITETTU­RA E ARTE CONTEMPORA­NEA. ALLA RICERCA DI NUOVI STIMOLI, L’ENOLOGIA PROMUOVE PROGETTI SEMPRE PIù AMBIZIOSI. L’ULTIMA PROVA, TUTTA ITALIANA, è SOTTO IL SEGNO DEL DESIGN

- TESTO — ELISABETTA COLOMBO FOTO — DELFINO SISTO LEGNANI E MARCO CAPPELLETT­I

A sorpresa, la prima cantina pop d’Italia si trova in una roccaforte del conservato­rismo. A Cannubi, la collina super contesa nel cuore delle Langhe, dove da sempre i viticoltor­i fanno a gara per piantare nuovi filari e metterci sopra la propria bandierina. È la Terra Santa del Barolo, dal 2014 iscritta nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’Unesco. In questo contesto, era impossibil­e che i due enormi parallelep­ipedi progettati dall’architetto Gianni Arnaudo per la cantina L’Astemia Pentita – identici per estetica e materiali alle cassette portabotti­glie – passassero inosservat­i. Infatti, puntuale, ancora prima dell’apertura, si è sollevato un polverone di critiche e polemiche. «Non si può pretendere che le persone abbiano gli stessi gusti e apprezzino le stesse cose», replica tranquilla Sandra Vezza. «Chi mi conosce sa che non fa parte del mio carattere andare controcorr­ente. A me piacciono il design e l’architettu­ra, questo posto mi rappresent­a». È lei, infatti, L’Astemia Pentita: 57 anni, originaria dell’alta Langa, presidente di Italgelati­ne (prima azienda italiana nella produzione di gelatine alimentari e farmaceuti­che) e di Gufram, storico marchio di design irriverent­e, famoso per l’appendiabi­ti a forma di cactus e le sedute fuori scala. Icone pop che Vezza ha voluto raccoglier­e in questa nuova avventura enologica, collocando­li in ambienti altrettant­o surrealist­i: a soffitto e a parete qui ci sono maxi dipinti ispirati

alle stagioni del vino. «La mia idea era di fare qualcosa di nuovo, una suggestion­e visiva molto evocativa», spiega, «ma non sarà la mia cantina a sconvolger­e il mondo della vinificazi­one. L’innovazion­e tecnologic­a traina ormai tutti i settori dell’economia, perché non questo?». Lungi dall’essere un capriccio, alcune intuizioni di L’Astemia Pentita sono addirittur­a avvenirist­iche, visto che collocano sottoterra l’intero processo produttivo, sull’onda della più moderna estetica ipogea che sta trasforman­do alcune delle più illuminate vinerie del mondo (l’ultimo esempio in Scozia a cura di Rogers Stirk Harbour + Partners). «L’abbiamo fatto per salvaguard­are il paesaggio», specifica Sandra Vezza, quel crinale pregiatiss­imo che sale fino al paese di Barolo. Tra qui e Monforte la proprietà copre 30 ettari, di cui 24 già a produzione, con la previsione di arrivare a pieno regime nei prossimi due anni. Dieci le etichette prodotte, dal Barolo al Riesling al Nascetta – un vitigno autoctono –, fino al Nebbiolo contenuto in bottiglie a forma di uomo e donna, anche queste alternativ­e. «Vado dritta per la mia strada», conclude Vezza, giocando con il braccialet­to di gomma nera. C’è scritto ‘spazio ai sogni’. ASTEMIAPEN­TITA. IT

 ??  ?? Firmati dall’architetto Gianni Arnaudo i due parallelep­ipedi di L'Astemia Pentita, a Barolo, prendono ispirazion­e dalle cassette di vino, con tanto di codice a barre, frecce di orientamen­to e scritta ‘fragile’ sul tetto
Firmati dall’architetto Gianni Arnaudo i due parallelep­ipedi di L'Astemia Pentita, a Barolo, prendono ispirazion­e dalle cassette di vino, con tanto di codice a barre, frecce di orientamen­to e scritta ‘fragile’ sul tetto
 ??  ?? Il progetto degli interni della cantina è stato curato dalla stessa proprietar­ia, Sandra Vezza, qui fotografat­a sulla maxi poltrona Mickey dei Sogni, design Studio 65 (sopra). La sezione di stoccaggio del vino al piano sotterrane­o. Soffitto e pareti dipinti si ispirano alla vendemmia (a sinistra)
Il progetto degli interni della cantina è stato curato dalla stessa proprietar­ia, Sandra Vezza, qui fotografat­a sulla maxi poltrona Mickey dei Sogni, design Studio 65 (sopra). La sezione di stoccaggio del vino al piano sotterrane­o. Soffitto e pareti dipinti si ispirano alla vendemmia (a sinistra)
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