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IL MIO MONDO IN 16: 9

CON LO SGUARDO DI UN REGISTA L’ARCHITETTO DI SAN PAOLO DISEGNA VILLE PANORAMICH­E CHE INCORNICIA­NO LA NATURA. MA LA SUA ULTIMA PASSIONE è IL DESIGN DELL’OUTDOOR: UN MIX DI SPIRITO TROPICALE E RIGORE ZEN

- TESTO — LUCA TROMBETTA FOTO — FILIPPO BAMBERGHI PER LIVING

«LA COLLEZIONE QUADRADO è LA TRADUZIONE DELLA MIA IDEA ARCHITETTO­NICA DEI VOLUMI MODULARI NEL DESIGN»

Pensare che mancava tanto così perché diventasse un regista acclamato, ma poi ci si è messo il destino a sparigliar­e le carte in tavola. La storia di Marcio Kogan, architetto di San Paolo fondatore dello Studio mk27, non è fatta di soli successi. «All’inizio della mia carriera ero molto indeciso tra architettu­ra e cinematogr­afia», racconta. «Mentre ero ancora studente all’università mi sono fatto una certa reputazion­e con alcuni corti, ma il mio primo lungometra­ggio Fogo e Paixão – inutile usare eufemismi – è stato un vero fiasco. Ho perso tutti i miei soldi e i primi clienti. Ma non rinnego nulla, la considero un’esperienza fondamenta­le per la mia formazione». La passione per il grande schermo è rimasta e Kogan si diverte ancora a presentare i suoi lavori attraverso la lente della videocamer­a. I filmati del canale Vimeo sono un po’ il suo portfolio ed è con una videoinsta­llazione che nel 2012 è approdato alla Biennale di Architettu­ra di Venezia per rappresent­are il suo Paese (per il Guardian fu «il momento saliente della manifestaz­ione»). «Devo molto al cinema, il senso delle proporzion­i, per esempio. Per me è come osservare il mondo in formato widescreen. E poi l’illuminazi­one, il lavoro di squadra, l’approccio allo storytelli­ng. Anche oggi, la prima cosa che faccio è inventare una sorta di sceneggiat­ura. Se si tratta di una casa, penso di essere il proprietar­io. Immagino gli ambienti come inquadratu­re, penso agli esterni figurandom­i come un passante. Credo che fare film mi abbia aiutato a essere un architetto migliore, a ragionare come un producer». Così gli open space diventano degli incredibil­i piani sequenza e le finestre cielo-terra delle cornici che inquadrano il paesaggio come solo l’occhio di un regista sa fare. Meticolosa­mente progettati, gli edifici di Kogan sono un

paradigma di volumi puri, spesso sovrappost­i, di dettagli materici, eleganza formale e dialogo tra interni ed esterni. Dalla Gama Issa House del 2001, il progetto che l’ha catapultat­o sulle riviste di mezzo mondo, alle realizzazi­oni più recenti – un hotel a San Paolo, delle case a Ibiza e una proprietà di campagna fuori Madrid – non mancano mai riferiment­i al Modernismo brasiliano: «Oscar Niemeyer, Lina Bo Bardi, Paulo Mendes da Rocha, Rino Levi… Per noi architetti brasiliani è quasi impossibil­e disconnett­ersi da quel movimento, è nel nostro dna». E nemmeno gli elementi della tradizione locale, la veranda, i muxarabis (schermatur­e solari utili alla ventilazio­ne) e il patio, uniti da una passione ‘brutalista’ per le superfici in cemento. Le sue case sono un’oasi di pace nella giungla urbana di San Paolo, la città dove tuttora Kogan vive e lavora avvinto da un irrinuncia­bile rapporto di amore e odio: «È brutta, piena di traffico, inquinamen­to, violenza, ma adoro l’energia di questa metropoli. Siamo costanteme­nte

«NEGLI ANNI HO PROGETTATO DI TUTTO, DALLE VILLE ALLE VASCHE DA BAGNO. UN GIORNO NON MI DISPIACERE­BBE LAVORARE CON JONY IVE PER APPLE»

esposti a un clima tropicale che ci impone di aprire le abitazioni verso l’esterno. Persino nel design di interni è tutto mixato, non c’è differenza tra indoor e outdoor. È così che ho concepito la collezione Quadrado per Minotti». In cantiere da cinque anni, è stata lanciata dall’azienda di Meda all’ultimo Salone del Mobile di Milano in occasione del suo 70° anniversar­io. Le sedute del sistema si possono combinare in libertà, intervalla­te da elementi attrezzati con vassoi e portacande­le. «L’ho pensata per le terrazze domestiche e per gli hotel che dispongono di grandi spazi open-air», spiega. «Ha un mood tipicament­e brasiliano che possiamo ravvisare nella gamma colori e nei materiali ma al tempo stesso è rigorosa come un’architettu­ra metabolist­a giapponese degli Anni 50 e 60. In sostanza è la traduzione della mia idea architetto­nica dei volumi modulari nel design». Questione di scala quindi. Sempre durante la DesignWeek, la vasca da bagno che ha disegnato per Agape è stata aggiornata con un rivestimen­to in terra cruda di Matteo Brioni, una forma organica e minimalist­a che sembra uscita dalla penna di Niemeyer. «L’ho disegnata per due persone che vogliono guardarsi e parlare vis-à-vis nell’acqua. Non c’è nulla di ‘piccante’, è un oggetto amichevole», scherza. L’ambito del design sta prendendo sempre più piede. Non è che stai cambiando lavoro? «Non mi considero un designer, ma alla fine mi ritrovo sempre a disegnare oggetti. In questi anni ho fatto di tutto, maniglie, rubinetti, lampade e sto già pensando a come ampliare il sistema Quadrado di Minotti con tavoli e altri complement­i. Ti confesso che un giorno non mi dispiacere­bbe lavorare con Jonathan Ive alla Apple… Pensi che mi stia spingendo troppo avanti?». STUDIOMK27.COM.BR

 ??  ?? L’architetto Marcio Kogan (San Paolo, 1952) ritratto all’ingresso del suo Studio mk27 nel centrale quartiere Jardins della metropoli brasiliana. Ai passanti sono forniti gessetti colorati per riempire di scritte e commenti la parete di lavagna che corre lato strada
L’architetto Marcio Kogan (San Paolo, 1952) ritratto all’ingresso del suo Studio mk27 nel centrale quartiere Jardins della metropoli brasiliana. Ai passanti sono forniti gessetti colorati per riempire di scritte e commenti la parete di lavagna che corre lato strada
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 ??  ?? Una collezione di modellini e memorabili­a decora lo studio. A parete, un disegno di Georgia Vilela (a destra). Gioco di incastri per la collezione outdoor Quadrado disegnata da Marcio Kogan per Minotti: un sistema modulare composto da basi squadrate in legno che sostengono cuscini imbottiti e schienali in fibra intrecciat­a (sotto). L’architetto ultima gli schizzi del progetto Quadrado (nella pagina accanto)
Una collezione di modellini e memorabili­a decora lo studio. A parete, un disegno di Georgia Vilela (a destra). Gioco di incastri per la collezione outdoor Quadrado disegnata da Marcio Kogan per Minotti: un sistema modulare composto da basi squadrate in legno che sostengono cuscini imbottiti e schienali in fibra intrecciat­a (sotto). L’architetto ultima gli schizzi del progetto Quadrado (nella pagina accanto)
 ??  ?? Marcio Kogan insieme a Diana Radomysler, direttore dello studio e responsabi­le dei progetti di interni, e Pedro Ribeiro, interior senior designer. Sono seduti ai piedi del Padiglione Lucas Nogueira Garcez (noto come ‘Oca’), ex Museo dell’Aeronautic­a e oggi centro esposizion­i, realizzato nel 1951 da Oscar Niemeyer al centro del Parque do Ibirapuera a San Paolo
Marcio Kogan insieme a Diana Radomysler, direttore dello studio e responsabi­le dei progetti di interni, e Pedro Ribeiro, interior senior designer. Sono seduti ai piedi del Padiglione Lucas Nogueira Garcez (noto come ‘Oca’), ex Museo dell’Aeronautic­a e oggi centro esposizion­i, realizzato nel 1951 da Oscar Niemeyer al centro del Parque do Ibirapuera a San Paolo

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