Regno Unito, è ancora la terra delle opportunità?
Nonostante l’uscita dall’Europa, Londra e le altre città britanniche continuano ad affascinare gli expat. Soprattutto quelli italiani. Tante le storie di successo. Supportate anche dal Consolato britannico a Milano
Da tempo una delle città più iconiche e dinamiche del mondo, ricca di innovazione e opportunità, negli ultimi anni Londra è tornata di moda tra i giovani professionisti in cerca di nuove sfide e possibilità di carriera. E non solo la capitale britannica. Secondo il ventiseiesimo Global CEO Survey di PwC, negli ultimi due anni infatti, il Regno Unito è stato scelto da diversi amministratori delegati di aziende internazionali interessate ad espandersi, il 18% solo nel 2023 (il doppio rispetto al 2020). Nonostante l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea nel 2020, che ha comportato non pochi cambiamenti nelle relazioni economiche con il resto dell’Europa, il Paese continua quindi ad attrarre molti expat, soprattutto italiani.
Secondo l’ONS (Office for National Statistics), il numero degli italiani nel Paese è di fatto raddoppiato negli ultimi dieci anni toccando quota 280 mila, nel 2021. Ma al di là delle cifre ufficiali, il numero degli italiani residenti oltremanica risulta essere più del doppio. Lo stesso vale per la comunità scientifica: quella italiana è attualmente la più numerosa nel Regno Unito. E per chi vuole fare business? Che cosa è cambiato dopo la Brexit?
Storie di successo italiane: tra startup e realtà consolidate
“Questi ultimi cinque anni sono stati impegnativi per tutti ma noi siamo riuscite a crescere, cercando di guardare al positivo anche nei momenti più drammatici. Nel momento in cui si cercava di evadere dalle città, abbiamo continuato a custodire le case dei nostri clienti”. A parlare sono Francesca Griffiths, Silvia Crippa e Valentina Fazzari, che oltre dieci anni fa hanno fondato Casa Londra, un “one stop shop” per la casa, che segue i clienti nelle fasi di acquisto ma anche successivamente, fornendo servizi per l’immobiliare a 360 gradi.
Di origine albanese ma ormai in Italia dall’età di 16 anni, Uljan Sharka, è il CEO di iGenius, l’azienda fondata nel 2016 con base a Londra, che sta dietro Crystal, la piattaforma di IA generativa per la raccolta di intelligence commerciale e dati analitici, chiamata anche ‘GPT for Numbers’.Attraverso il software Crystal, iGenius intende democratizzare l’accesso ai dati mediante l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale basati su un approccio umano. Una sorta di Siri per i dati delle aziende che offre un sistema in grado di interrogare, analizzare e illustrare i dati in modo efficace, veloce e con linguaggio naturale.
Rimanendo nell’ambito dell’innovazione, e più nello specifico nel fintech, troviamo MDOTM, la startup di Tommaso Migliore, CEO e Co-Founder, che sviluppa strategie di investimento per banche, asset manager e family office utilizzando l'intelligenza artificiale. Fondata a Londra nel 2015, MDOTM è stata l’unica fintech europea selezionata da Google per partecipare al suo programma di accelerazione in Silicon Valley. Insieme al co-founder Federico Mazzorin, oggi Tommaso è a capo di un team di oltre 100 persone di cui 80 sono solo ricercatori e sviluppatori ed è considerata leader nello sviluppo di strategie d’investimento con AI per investitori istituzionali.
Londra e Milano rappresentano l’asse di sviluppo europeo, dove la sede di Londra in particolar modo fa da head quarter e, da poco, hanno raggiunto anche gli Stati Uniti. Puntando molto sull’innovazione e sulle nuove tecnologie, il Regno Unito resta senza dubbio una meta ambita per chi vuole fare ricerca. E’ stato così per Angelo Cangelosi che 26 anni fa si è trasferito oltremanica per diventare, oggi, docente di Robotica e IA all’università di Manchester. La “robotica dello sviluppo”, di cui si occupa, studia come addestrare i robot al pari di come insegniamo ai nostri bambini a parlare e a comportarsi secondo principi etici e morali.
Normativa economica agevolata, incentivi fiscali, finanziamenti a progetti di ricerca e innovazione tecnologica. Sono questi gli aspetti più rilevanti che rendono attrattivo il Paese.
“La nostra ricerca – racconta Angelo – parte da robot bambini come Nao, un esemplare che si trova a Manchester. Si tratta di un robot bambino al quale vogliamo insegnare come acquisire gradualmente competenze da adulto”. Grazie a un grant ottenuto dallo European Research Council, nei prossimi cinque anni Angelo potrà dedicarsi a tempo pieno alla sua ricerca a Manchester, approfondendo in particolare il modo in cui un robot possa capire parole e concetti astratti: copiando le intuizioni dei bambini, è possibile, per esempio, insegnare ai robot a contare con le dita.
Leonardo e il polo tecnologico che dà molte opportunità di lavoro
Tra i maggiori investitori italiani nel Regno Unito, Leonardo, l’azienda italiana leader nel mondo nello sviluppo di tecnologie di difesa, sicurezza informatica e ingegneria ha da poco inaugurato l’ottava sede nel Paese, a Newcastle. Si tratta di un polo tecnologico di ricerca e sviluppo che darà lavoro a circa 200 persone nel nord-ovest dell'Inghilterra.
Gli ambiti nei quali si svilupperanno in particolare i progetti riguardano la difesa digitale, la ricerca in intelligenza artificiale e lo sviluppo di tecnologie elettroniche avanzate per gli elicotteri.