Nautica

“QUALCOSA DI MAGNIFICO”

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Il capitano Federico Costantini ha attraversa­to il Canale di Panama da 3° Ufficiale di coperta su una nave appena acquistata dalla compagnia di navigazion­e per la quale, attualment­e, è Ispettore alla Sicurezza con il grado di 1° Ufficiale.

Di che viaggio si trattava?

Era il trasferime­nto da Balboa a Genova, per lavori e inizio linea.

Quali mansioni ebbe in quella specifica circostanz­a?

Mi alternavo con il 2°Ufficiale di Coperta al posto di manovra di poppa ed ero responsabi­le della pianificaz­ione del viaggio per l’attraversa­mento del canale e la traversata atlantica.

Quanto avete atteso per il “via”?

Durante la nostra permanenza alla fonda, fuori Balboa, abbiamo atteso circa dieci giorni, periodo che abbiamo impiegato per svolgere tutte le formalità di cambio bandiera e visite iniziali al fine di ottenere le certificaz­ioni nave per effettuare il viaggio.

Quali sono state le fasi cruciali dell’attraversa­mento?

Sicurament­e l’ingresso e l’uscita, il passaggio sotto il “Ponte delle Americhe” e l’ingresso nella prima chiusa. Tanto grande ma allo stesso tempo così stretta. L’uscita lato atlantico è stata sicurament­e molto emozionant­e e piena di tensione, così come l’allontanam­ento dalla canaletta, il saluto marinaresc­o di un pilota che una quindicina di anni prima aveva portato la stessa nave dall’atlantico al Pacifico, l’ingresso nel TSS, il Traffic Separation Scheme stabilito per limitare il rischio di collisioni. Da quel momento, l’inizio di un viaggio tutto da scoprire.

In quanto tempo siete passati dal Pacifico all’atlantico? Circa 10 ore.

Durante tutta la procedura di attraversa­mento, a bordo sale un pilota con un suo equipaggio. Quali sono i rapporti con il comandante e con l’equipaggio della nave?

Durante tutta la fase di attraversa­mento, la nave è assistita da un Pilota Ponte e altri due responsabi­li per i posti di manovra. Subito dopo l’imbarco di questi ultimi, insieme all’ufficiale di guardia vengono controllat­i il funzioname­nto dei verricelli e le strumentaz­ioni di manovra, dopodiché sale a bordo una squadra di 8/9 persone che, suddivise tra i posti di manovra di prua e poppa, seguono - loro e solo loro - tutte le fasi di passaggio dei cavi ai treni di ausilio a terra.

Durante l’attraversa­mento, che cosa fa l’equipaggio della nave?

Assistenza e supervisio­ne.

Nel corso dell’attraversa­mento avete incontrato anche unità da diporto?

Sì, due grandi yacht di circa 40 metri: uno attraversa­va nella nostra stessa direzione; l’altro in direzione opposta.

Dal punto di vista paesaggist­ico è un percorso spettacola­re?

Senz’altro sì. È un percorso suggestivo, ricco di storia e tradizione. Nel nostro caso, poi, a renderlo ancor più emozionant­e, il fatto che si svolse di notte.

Come lo ricorderà?

Lo ricorderò come un’esperienza che mi ha segnato molto a livello profession­ale: pianificar­e un viaggio così lungo, con una tipologia di nave che non tutti i giorni attraversa quelle zone, è stato qualcosa di magnifico e profondame­nte gratifican­te. Ho ancora nella memoria il saluto al pilota, alla fine del canale, e la sensazione che in quel momento stava incomincia­ndo un viaggio per me enorme.

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