CESARE BATTISTI E IL PASTICCIO DELL’ARRESTO-LAMPO
CesareBattisti è di nuovo libero. Arrestato in Brasile, è stato liberato sette ore dopo. Un equivoco, un pasticcio? Prima in prigione perché chi è condannato in via definitiva in un altro Paese non può ottenere un visto di residenza permanente. La giudice federale Adverci Rates aveva decretato l’espulsione di Battisti, negandogli il rinnovo del permesso di soggiorno per essere entrato in Brasile con documenti falsi. Poi uccel di bosco: l’ex terrorista rosso è stato liberato dalla polizia federale di San Paolo dopo che il Tribunale regionale federale ha accolto una richiesta di scarcerazione presentata dal suo legale. In Brasile, Battisti è un uomo libero, considerato uno “scrittore perseguitato”, e può fare ciò che vuole, come questo ennesimo episodio dimostra. Così come quando faceva vita da esule in Francia. In Italia, invece, Battisti è stato condannato per aver «ideato» e/o «organizzato» il delitto Torregiani, sulla base di prove indiziarie e testimonianze di “pentiti”. Questa è una delle ragioni per cui la Francia lo ha protetto. Inoltre è ritenuto responsabile di decine di rapine compiute dai Pac (gruppo di cui, per sua stessa ammissione, faceva parte). Lo stesso gruppo che rivendicò l’attentato al macellaio Lino Sabbadin. È LIBERO Cesare Battisti, 60, fotografato in Brasile nel 2011.
Chi lo difende ricorda come Francia (che si è basata anche sulla cosiddetta “dottrina Mitterrand” sul diritto d’asilo) e Brasile abbiano ritenute lacunose le motivazioni con cui Battisti è stato condannato. Il fatto è che su Battisti pende una condanna defi nitiva all’ergastolo per quattro omicidi. Non riesco a immaginarmi lo stato d’animo di Alberto Torregiani che, da 34 anni, vive paralizzato per un colpo sparato durante la rapina alla gioielleria di famiglia che costò la vita a suo padre Pierluigi e a un cliente.