ASSOLTI DOPO 8 ANNI
l’incessante accavallarsi di incongruenze e contrasti che – pur rimanendo nel perimetro della procedura – alla fi ne stridono con la convinzione che la giustizia deve essere una linea retta tra fatto e giudizio. In altre parole, siamo di fronte a un minacce di morte su cui starebbe indagando l’Fbi). L’assoluzione, come già la condanna e la prigione, le ha spaccato la vita a metà. Ora vuole sparire per un po’: deve «riordinare i pensieri», riadattarsi a qualcosa che credeva di aver perso per sempre: la vita sgombra di paparazzi e del terrore di finire in carcere. Il suo testo - titolo: Andando avanti, con gratitudine - l’abbiamo pubblicato in esclusiva mondiale lo scorso 3 aprile sul nostro sito oggi.it. Ve lo riproponiamo qui, in queste pagine. L’ha scritto in italiano, la Knox, un italiano che abbiamo depurato da qualche piccolo errore e da un paio di comprensibili storpiature (“sconcertezza” al posto di “incertezza”). Dentro, c’è tutto: il dolore, il sollievo,
di fatto un solo grado di giudizio, essendo l’appello
conservato la possibilità di appellare sempre e
salvo intenderle come privilegio di pochi, sono
tutte le decisioni. la gratitudine, la consapevolezza che, comunque, questa storia «non ha un lieto fine» perché gli errori giudiziari possono essere ribaltati, mentre «nulla potrà restituire Meredith alla sua famiglia e ai suoi cari». E un futuro che immagina al servizio di tutte le vittime di mala giustizia «che non hanno potuto avere il sostegno che ho avuto io» e che ora marciscono dietro le sbarre o, peggio, nel braccio della morte di qualche galera americana. Una missione, questa, che sembra volersi dare anche Madison Paxton, l’amica del cuore che aveva lasciato tutto e si era trasferita a Perugia pur di starle vicino due ore a settimana, durante l’orario delle visite del carcere di Le Capanne.
Alessandro Penna