BASTA CON LE “BAMBOLONE” NEI CARTELLI PUBBLICITARI
cosa pensi della decisione del Comune di Roma di vietare l’utilizzo del corpo femminile nei cartelloni pubblicitari? La presidente Boldrini ha detto che è mortificante considerare normali certi spot. Mi viene in mente che anche tu hai posato per quel tipo di cartelloni, in passato: secondo te, a Roma esagerano o hanno ragione? premesso che non piace a nessuno che il corpo delle donne venga svilito e strumentalizzato, bisogna però stare attenti - come sempre - a non generalizzare. La prima considerazione da fare riguarda il tipo di merce che viene pubblicizzata e il modo in cui la pubblicità viene realizzata: se un’azienda che produce biancheria intima o costumi da bagno fotografa in maniera garbata e rispettosa dei corpi femminili, non ci vedo niente di male; se un’azienda che produce qualsiasi altro tipo di merce, dalle automobili ai gelati, usa in maniera strumentale il corpo femminile; o se la biancheria e i costumi da bagno di cui si diceva vengono presentati con l’evidente obiettivo di suscitare desidero sessuale... Allora sì che c’è da protestare! Ma non è una questione di centimetri di pelle scoperta. Secondo me, sono dannose e fuorvianti certe pubblicità nelle quali le donne vengono presentate attraverso i due classici stereotipi: l’angelo del focolare e l’oggetto del desiderio. L’uno e l’altro alimentano, soprattutto tra chi ha meno strumenti culturali per elaborare criticamente, e dunque per difendersi, aspettative che pochissimo hanno a che fare con la vita reale, modelli che sono fatalmente destinati a rimanere irraggiungibili, proprio perché non sono realistici. Le donne che cadono nella trappola, e ritengono di dover aderire a questi modelli, sono destinate a sentirsi inadeguate, mai abbastanza brave e mai abbastanza belle. Lo stesso vale - anche se in misura minore - per gli uomini, spesso messi di fronte a dei modelli di maschilità quantomeno discutibili, e a volte francamente ridicoli. E a chi obietta che la pubblicità deve vendere dei sogni... Beh, diciamo che non sempre ci riesce. Credo dunque che la questione della pubblicità andrebbe, in generale, riconsiderata in maniera più ampia, e che mostrare le donne come esseri pensanti anziché come bambole sarebbe un contributo importante per l’affermazione di quella cultura dell’eguaglianza e del rispetto che è il presupposto indispensabile per sconfiggere la violenza.