Oggi

«In questo Paese, impegno e merito non sono apprezzati»,

Dice la showgirl, alla vigilia dei 30 anni di carriera e delle 50 candeline. «La tv? Per ora ho il teatro... e i “Cuccainoma­ni” su Twitter»

- Dall’inviata Marianna Aprile

LRoma, aprile orella Cuccarini è alla vigilia di tre anniversar­i importanti: 30 anni di carriera, 50 candeline, 21 anni della raccolta fondi Trenta Ore per la Vita (dal 15 al 19 aprile sulla Rai, dal 20 al 26 su La7): « Trenta Ore è stato il modo in cui sono rimasta coi piedi per terra anche negli anni in cui i lustrini avrebbero potuto farmi perdere il contatto con la realtà», dice.

Ha da poco concluso due mesi di repliche teatrali con Rapunzel, e si prepara ad altri quattro, per la prossima stagione. Lei fa tutto a lungo. Mai mollato qualcosa?

«Mai, ma ho il vantaggio di fare un lavoro in cui si cambia spesso pelle, non mi annoio. Nei 21 anni di Trenta Ore ho avuto la possibilit­à di restituire un po’ di quello che ho avuto dalla vita e di contribuir­e all’evoluzione del mondo delle raccolte fondi, innalzando gli standard di affidabili­tà delle associazio­ni. Se uno legge i giornali pensa che in Italia non funzioni nulla, e invece Trenta Ore mi ha fatto entrare in contatto con una rete di associazio­ni di milioni di persone che si impegnano, in silenzio e con sacrificio, per far star bene gli altri».

E la tv le manca?

«Non ho mai scalpitato per esserci a tutti i costi. Oggi non saprei neanche a chi proporlo, un progetto nuovo. Aspetto un’occasione bella e nel frattempo faccio in teatro quello che nella tv di oggi non ha più spazio: lo spettacolo».

Sono finiti i soldi, anche in tv.

«Con quello che noi spendevamo per un balletto oggi si fanno intere trasmissio­ni. Però si è esaurita anche la creatività: chi fa tv non riesce a supllire con le idee al crollo dei budget. E anche quando c’è una idea buona, spesso la si mette in mano a chi non ha talento, facendo prevalere logiche diverse».

La protagonis­ta della nuova serie di Sky, 1992, insegue un sogno: essere la nuova Lorella Cuccarini e si fa racco- mandare. Che effetto le fa rivedere quegli anni?

«Erano ancora gli anni in cui la tv era artigianal­e, si mettevano in piedi show veri. Gli anni d’oro della Rai e di Mediaset, che ho vissuto a pieno. Erano tempi in cui il merito contava ancora qualcosa: la raccomanda­zione c’era, c’è sempre stata. Ma era una roba da sottobosco, si telefonava per la ballerina di fila o la vallettina. Poi le cose sono cambiate e le telefonate arrivavano per ruoli importanti. È così che il merito ha cessato di avere valore».

Il merito non riconosciu­to, le poche prospettiv­e. Per questo sua figlia Sara studia all’estero?

«Per gli studi che ha scelto era la soluzione ideale, ma anche per i miei tre figli più piccoli la prospettiv­a è quella.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy