Nuovo partner, addio alimenti?
SECONDO LA CASSAZIONE, ALL’EX CONIUGE NON SPETTA PIÙ L’ASSEGNO NON SOLO SE SI RISPOSA, MA ANCHE SE HA UNA FAMIGLIA DI FATTO
LaCassazione è nuovamente intervenuta sulla delicata questione del rapporto tra l’assegno dovuto all’ex che si è “rifatto una famiglia”. Quello degli Ermellini è stato un lungo e travagliato percorso, finalizzato a rendere le leggi - vecchie di 40 anni - più aderenti alla mutata realtà sociale. Inizialmente si sosteneva che solo un nuovo matrimonio escludesse l’assegno; poi, ha cominciato a farsi strada l’idea che una nuova relazione eliminasse il diritto al contributo solo se portatrice di concreti benefici economici. Infine, è dal 2011 che l’assegno (di separazione o divorzio) si “sospende” per il tempo in cui chi ne ha diritto ha una nuova relazione more uxorio. Con l’ultima decisione, la Cassazione è andata oltre e ha precisato che chi va a convivere in maniera stabile perde l’assegno per sempre, anche se il secondo rapporto finisce. Perché, ci dicono i giudici, quando ci si impegna in una nuova famiglia, anche non basata sul matrimonio, ci si assume il rischio che quella relazione possa terminare, senza che possano essere
avanzate pretese nei confronti dell’ex coniuge che ha organizzato la propria esistenza potendo contare sul fatto di non avere più pendenze. Con la nuova decisione, si è ribadita l’importanza e la serietà della famiglia di fatto, pur rimarcandone le differenze rispetto alla famiglia basata sul matrimonio. Sarebbe opportuno, però, che ai conviventi fossero riconosciuti anche i relativi diritti. La Cassazione esercita solo un’opera di moral suasion su un Parlamento immerso nel passato.