È vero che l’abuso di antibiotici li rende inefficaci?
L’ALLARME LANCIATO DALL’OMS È STATO RIBADITO ANCHE DAL MINISTRO DELLA SALUTE LORENZIN
Sì,perché si usano anche quando non sono necessari. Talvolta si supplica il medico di prescriverceli, altre volte si ricorre al fai-da-te, assumendo gli antibiotici avanzati da una precedente terapia. E se si tratta di un virus, è notorio che gli antibiotici sono inutili perché agiscono solo sulle infezioni di origine batterica. In altri casi, invece, si inizia la cura e poi la si interrompe a metà, oppure si aggiustano i dosaggi a proprio piacimento. Per non parlare, poi, dell’utilizzo spropositato che si fa negli allevamenti. Tutto ciò ha solo l’effetto di rendere i batteri più resistenti. Gli antibiotici agiscono, infatti, agganciandosi alla superficie del batterio dove sono posizionate le proteine. Ma se le proteine si sono modificate, perché il batterio ha messo in atto questo stratagemma, per l’antibiotico sarà impossibile agire. A volte, poi, i batteri sviluppano enzimi in grado di metabolizzare gli antibiotici e cioè sostanze che rendono i farmaci inefficaci. Il problema è che, se i batteri diventano sempre più forti, perché i farmaci vengono utilizzati a sproposito o in modo scorretto, diventa difficile combattere le infezioni batteriche. È vero che, grazie alla ricerca, sono stati sviluppati nuovi antibiotici (Vancomicina e Meticillina), ma l’Oms ha recentemente lanciato un allarme perché i germi stanno diventando resistenti anche a questi medicinali. Negli Stati Uniti si stima che attualmente muoiano 23 mila persone l’anno per infezioni batteriche che gli antibiotici esistenti non riescono più a curare. Il primo ministro inglese David Cameron ipotizza che, per questa ragione, nei prossimi anni in Gran Bretagna moriranno 60 mila persone l’anno. Il rischio? Un paradosso: quello di ritornare all’epoca precedente all’uso degli antibiotici, proprio mentre si stanno celebrando i settant’anni dall’assegnazione del Nobel a Fleming per la scoperta della penicillina.