Oggi

È vero che l’abuso di antibiotic­i li rende inefficaci?

L’ALLARME LANCIATO DALL’OMS È STATO RIBADITO ANCHE DAL MINISTRO DELLA SALUTE LORENZIN

- Silvio Garattini IRCCS Istituto di Ricerche Farmacolog­iche “Mario Negri”, Milano

Sì,perché si usano anche quando non sono necessari. Talvolta si supplica il medico di prescriver­celi, altre volte si ricorre al fai-da-te, assumendo gli antibiotic­i avanzati da una precedente terapia. E se si tratta di un virus, è notorio che gli antibiotic­i sono inutili perché agiscono solo sulle infezioni di origine batterica. In altri casi, invece, si inizia la cura e poi la si interrompe a metà, oppure si aggiustano i dosaggi a proprio piacimento. Per non parlare, poi, dell’utilizzo sproposita­to che si fa negli allevament­i. Tutto ciò ha solo l’effetto di rendere i batteri più resistenti. Gli antibiotic­i agiscono, infatti, agganciand­osi alla superficie del batterio dove sono posizionat­e le proteine. Ma se le proteine si sono modificate, perché il batterio ha messo in atto questo stratagemm­a, per l’antibiotic­o sarà impossibil­e agire. A volte, poi, i batteri sviluppano enzimi in grado di metabolizz­are gli antibiotic­i e cioè sostanze che rendono i farmaci inefficaci. Il problema è che, se i batteri diventano sempre più forti, perché i farmaci vengono utilizzati a sproposito o in modo scorretto, diventa difficile combattere le infezioni batteriche. È vero che, grazie alla ricerca, sono stati sviluppati nuovi antibiotic­i (Vancomicin­a e Meticillin­a), ma l’Oms ha recentemen­te lanciato un allarme perché i germi stanno diventando resistenti anche a questi medicinali. Negli Stati Uniti si stima che attualment­e muoiano 23 mila persone l’anno per infezioni batteriche che gli antibiotic­i esistenti non riescono più a curare. Il primo ministro inglese David Cameron ipotizza che, per questa ragione, nei prossimi anni in Gran Bretagna moriranno 60 mila persone l’anno. Il rischio? Un paradosso: quello di ritornare all’epoca precedente all’uso degli antibiotic­i, proprio mentre si stanno celebrando i settant’anni dall’assegnazio­ne del Nobel a Fleming per la scoperta della penicillin­a.

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